Attualità
Prima di sognare, facciamo i conti con la realtà
Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana
Prima l’idea della fusione tra Piemonte e Liguria con finalità turistiche. Ora addirittura l’ipotesi di un macroterritorio che dovrebbe comprendere Piemonte, Lombardia e Liguria per una gestione unica di porti, interporti, strade e ferrovie.
Cirio, Fontana e Toti, i tre governatori delle tre Regioni che stanno sognando ad occhi aperti una grande intesa sul fronte della logistica, stanno a mio avviso sfiorando il delirio ed hanno varcato le soglie del ridicolo. Solo pochi giorni or sono le autostrade liguri sono andate in tilt suscitando uno scandalo nazionale: 30 chilometri di coda per il rientro dal week-end pasquale; in Lombardia ed anche in Liguria il trasporto su gomma nei giorni feriali monopolizza di fatto almeno una corsia autostradale in tutte le direzioni, invase dai Tir; in Piemonte invece l’invasione c’è, ma solo sulla Torino-Milano, in particolar modo nel tratto tra Novara e Milano; il tratto autostradale che unisce Alessandria a Vercelli sembra un fermo immagine, lo è da anni e non vi è nulla che faccia pensare che possa non esserlo più.
In Piemonte poi ci siamo anche noi, che non abbiamo fatto in tempo ad essere felici per l’elettrificazione del percorso ferroviario tra Biella e Santhià per sentirci dire che sì, ora la linea è elettrificata, ma i treni non ci saranno a causa di un’utenza che non giustificherebbe la spesa. E sempre noi stiamo ancora parlando di collegamento autostradale, che se mai un giorno dovesse esserci, sarebbe simile al fermo-immagine dell’Alessandria-Vercelli perchè, purtroppo, quel tratto autostradale sarebbe semmai servito trent’anni or sono, ma oggi, con la morìa di fabbriche che il Biellese ha registrato negli ultimi vent’anni, evidenzierebbe semplicemente la desolazione di una provincia che deve ritrovare il proprio slancio e non lo può fare certamente partendo da un peduncolo autostradale.
Sulla carta, tutto si può fare. Si possono unire territori, immaginare attività fiorenti, flussi di traffico crescenti e ben regolati. Ma i sogni presto o tardi si scontrano con la realtà. E la realtà oggi ci dice che prima di iniziare a sognare, sarebbe bene studiare un agile utilizzo di quanto già abbiamo, una fruizione più agevole di quanto esiste, un utilizzo più razionale di quanto è stato fatto, immaginando ciò che poi non è avvenuto.
In questo senso, ma solo in questo, potrebbe essere utile un migliore coordinamento tra le tre Regioni che vorrebbero diventare l’ombelico d’Europa. Almeno finchè non arriveranno altri governatori ed il giro di valzer riprenderà daccapo.
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