Seguici su

Attualità

Pollone in lutto per l’addio a Maria Greggio, morta a 103 anni

Grande appassionata di montagna, aveva scalato con il noto alpinista Guido Machetto

Pubblicato

il

pollone in lutto

Pollone in lutto per l’addio a Maria Greggio. La sua scomparsa, a 103 anni, ha lasciato un grande vuoto nella piccola comunità.

E’ stato celebrato sabato scorso nella chiesa parrocchiale del paese il funerale della decana Giuseppina Greggio, per tutti Maria. Una figura conosciuta e stimata per la grande simpatia.

Pollone in lutto per l’addio a Maria Greggio

Originaria di Savona, si era trasferita nel Biellese alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso. Aveva lavorato per molti anni per la famiglia dell’ingegnere Agostino Coda. Tra le sue più grandi passioni evinceva quella per la montagna, aveva praticato sci e alpinismo anche ad alti livelli. Per sua scelta non si era mai sposata.

Di seguito pubblichiamo un’intervista che le avevamo fatto in occasione dei suoi 100 anni.

«Entri pure, anzi, diamoci del tu, entra». Con queste parole Maria aveva accolto il nostro giornalista per poi essere intervistata.

Signora Maria, lei ha un accento che non è biellese, dov’è nata?

La mia città natale è Savona. Sono Ligure al cento per cento.

Che ricordi ha dei suoi primi anni di vita?

Ne ho tanti, ad esempio gli anni della scuola. Io frequentai le elementari, ma solamente fino alla terza. La voglia di studiare non mancava, ma le palanche (soldi nel dialetto genovese) erano poche. Mia mamma doveva mantenere tre figli, non aveva le possibilità per farmi studiare, ma io penso che la cultura si possa lo stesso avere anche senza andare tanto a scuola. Io me la sono fatta sul campo, leggendo, facendo sport e coltivando amicizie.

Dopo la scuola cosa fece?

Nulla, vivevo in casa con la mamma, mio fratello Alfredo e le mie sorelle Iolanda e Franca. Iolanda purtroppo non c’è più»

A che età inizio a muovere i suoi primi passi nel mondo del lavoro?

A 17 anni, per un piacere. Andai a fare da baby sitter alla figlia più piccola dell’ingegner Agostino Coda: Milly. Lui era un noto industriale che viveva a Vado Ligure per lavoro, ma le sue origini erano biellesi, esattamente del Vandorno.

Quindi per quanto tempo ha accudito la bambina?

Per sempre, non mi mollarono più. Sia Agostino che la moglie Bice, le figlie Chiara e Milly si affezionarono a me in un modo incredibile. Durante le vacanze, sia estive che invernali, tutti insieme si andava al Vandorno nella loro casa.

Quando si trasferì definitivamente in Piemonte?

Nel 1942, in pieno tempo di guerra. Ricordo come fosse ieri i bombardamenti, soprattutto quelli navali. Purtroppo ci bombardarono la casa, quindi ci trasferimmo a Pollone. Nel 1944 Delfo, il figlio dell’ingegnere, venne fucilato dai nazifasciti. Da lì nacque l’idea di costruire un rifugio in sua memoria, nacque così il rifugio Coda.

Poi la guerra finì. Tutto tornò alla normalità, come proseguì la sua vita?

Nel ‘46 ci trasferimmo nuovamente in Liguria. Io intanto avevo acquistato una casetta a Pollone, dove vivo ancora. Nel 1957 l’ingegner Coda venne a mancare a causa di un infarto. Tutta la nostra vita cambiò. Io, la vedova Coda e le figlie venivamo spesso al Vandorno. Quando venne a mancare anche la signora Bice, sua figlia Chiara mi disse: perché non vai a vivere nella tua casa di Pollone? Ci pensai su un attimo, poi accettai.

Chissà quante cose ha fatto nel corso della sua lunga vita fino a ora.

Guardi, potremmo stare qui mesi e mesi dovessi raccontare tutto. Io amo il mare come la montagna. Mi tuffavo dagli scogli più alti di Savona, ma la montagna mi ha regalato momenti stupendi. Ho scalato tanti monti. Ricordo la discesa di un canale del versante francese. Ero in compagnia di Giovanni Antoniotti e Ludovico Sella.

Non si è mai sposata?

No, io volevo essere libera di andare in montagna come e quando volevo, con la presenza di un marito, la mia vita sarebbe stata condizionata.

Come trascorre le sue giornate?

Sapesse quante cose ho da fare. Io non riesco a stare ferma, metto a posto le migliaia di fotografie che ho, pensi quanti ricordi. Lavo, faccio da mangiare e dedico molto tempo agli amici, ne ho veramente tanti.
LEGGI ANCHE: Petizione per la gatta uccisa a calci a Pollone, 1000 firme

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *