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Parole odiose alla notizia dell’unione civile di Paolo Furia
Parole odiose alla notizia dell’unione civile di Paolo Furia
“Siamo tutti fatti di mille pezzi, spesso sul punto di rompersi e perdersi dappertutto. Può capitare nella vita che qualcuno ci aiuti a metterli tutti insieme. Perciò oggi gli ho chiesto di unirsi civilmente con me e ha detto di sì”. Una dichiarazione d’amore, un post su Facebook per condividere con gli amici il coronamento di una relazione. Una grande gioia privata, che può diventare un fatto pubblico, se sei il segretario regionale del più importante partito del centrosinistra, e addirittura “politico”, se il tuo compagno ha il tuo stesso sesso e da anni sei impegnato nella battaglia per ottenere uguali diritti. La notizia della scelta di Paolo Furia di unirsi civilmente con il fidanzato Samuele, pubblicata sul sito della Nuova Provincia, ha scatenato parecchie reazioni e purtroppo non sono mancate quelle degli odiatori, alcune anche di stampo omofobo. Leggi qui
Un po’ controvoglia, il 32enne biellese ha accettato di commentare l’accaduto: «Quelli che scrivono “a me che me ne frega” onestamente un po’ li comprendo – premette -, ci sta che non la ritengano una notizia. Per il resto, penso che la nostra società in realtà sia meno omofoba di un tempo, ma più arrabbiata, quindi tanta gente di volta in volta trova capri espiatori diversi sui quali “scaricare”: una volta è il nero, una volta il gay, una volta il grasso, una volta la donna… Viviamo in una società meno “machista”, ma più arrabbiata e frustrata, una situazione che viene amplificata dai social, dove la gente sputa il veleno accumulato». leggi qui
Ma cosa bisognerebbe rispondere a certi commenti? «La risposta sta in tutti gli altri commenti, quelli di chi condivide la gioia di due persone che si vogliono bene. Farei valere il tanto di buono che è stato detto, in contrapposizione. Preferisco guardare quello».
A Biella Paolo Furia è stato molto probabilmente il primo dirigente di un partito a rendere pubblica la propria omosessualità. Una sorta di pioniere, a modo suo. «Ero già “dichiarato” ben prima di ricoprire incarichi nel partito. Non volevo nascondermi, credo sia importante sentirsi uguali nelle differenze. Siamo in un mondo, nel quale piaccia o meno, tutti manifestano i propri sentimenti, anche sui social network, per condividerli con gli amici e le persone care. Faccio semplicemente quello che fanno tutti. E devo dire che ho sempre riscontrato un grande rispetto, non ho mai avuto problemi per questo. Men che meno nel partito, nonostante le radici cattoliche e comuniste, due realtà entrambe “tiepide” in passato sul tema».
Ultima domanda sulla vita privata: il prossimo mese di maggio l’unione civile… ma sarebbe meglio potersi sposare? «Sarebbe meglio se tutti potessero fare le scelte che desiderano, in un mondo con pari diritti. Sarebbe meglio la libertà di scegliere tra matrimonio e unione civile, come per gli eterosessuali. Poi magari noi avremmo comunque preferito l’unione civile».
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