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Papilloma virus, nel Biellese la metà dei ragazzi rinuncia al vaccino
Sono state circa 3.300 le lettere di invito spedite dall’Asl Bi ai giovani di 11/12 anni nel 2024.

Papilloma virus, nel Biellese la metà dei ragazzi rinuncia al vaccino.
Papilloma virus, nel Biellese la metà dei ragazzi rinuncia al vaccino
Martedì 4 marzo è stata celebrata la Giornata internazionale contro l’Hpv, un’importante iniziativa globale nata per sensibilizzare la popolazione sull’infezione da Papilloma virus umano, sui rischi correlati e sulle strategie di prevenzione più efficaci. E per far sapere che ci si può vaccinare; ma nel Biellese circa la metà dei ragazzi e delle ragazze di 11 e 12 anni invitati a farlo non ha risposto all’appello.
In Piemonte la campagna vaccinale offre attivamente e gratuitamente la vaccinazione a tutte le donne nate dal 1993 in poi e a tutti gli uomini nati a partire dal 2006.
Lettera di invito alla vaccinazione
L’Asl Bi invia una lettera di invito alla vaccinazione ai ragazzi e alle ragazze tra gli 11 e i 12 anni; chi non rientra in questa fascia di età può richiedere la somministrazione del vaccino inviando una mail all’indirizzo vaccinazioni@aslbi.piemonte.it.
Nel 2024 l’azienda sanitaria locale ha spedito circa 3.300 lettere di invito ai giovani di 11/12 anni e si sono presentati per l’effettuazione della prima dose di vaccino 1.784 minori.
La patologia
L’infezione da papilloma virus umano è una patologia a trasmissione sessuale molto diffusa che coinvolge il 40% della popolazione mondiale di entrambi i sessi. È stato stimato che almeno il 70-75% della popolazione (donne e uomini) contragga l’Hpv almeno una volta nella vita, anche se nella maggior parte dei casi l’infezione è transitoria.
Se ne conoscono oltre 130 sierotipi in grado d’infettare l’uomo, la maggior parte di questi causa lesioni come le verruche comuni, spesso localizzate a livello di mani e piedi. Circa 40 tipi però possono infettare le mucose in particolare ano-genitali e oro-faringee, causando verruche veneree note come condilomi acuminati o creste di gallo la cui evoluzione non è sempre benigna.
Per questo motivo i sierotipi che infettano le mucose vengono classificati: a basso rischio” (detti anche “a basso potenziale oncogeno”, sierotipo 6 e 11) responsabili di lesioni genitali benigne a basso rischio di trasformazione maligna, responsabili del 90% delle verruche veneree; ad alto rischio (oncogeni, sierotipo 16 18 45, 31, 33, 52, 58 e 35) che sono fortemente associati a trasformazioni cellulari precancerose (chiamate displasie) responsabili del 70% dei tumori della cervice uterina oltre che dei tumori della regione ano-genitale (vulva, vagina e pene).
Il carcinoma del collo dell’utero è la lesione più temibile tra quelle associate all’infezione da Hpv per gravità e frequenza. Esso infatti è il secondo tumore più frequente nel sesso femminile con circa 500.000 nuovi casi all’anno e 250.000 decessi nel mondo. In Italia nel 2020 sono stati stimati 2.500 nuovi casi l’anno con 1.000 decessi.
Il carcinoma del collo dell’utero è il primo tumore riconosciuto dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) come totalmente riconducibile ad un’infezione.
La prevenzione
La prevenzione si può attuare attraverso lo screening, utilizzando il Pap-test (per le donne tra i 25 e i 29 anni, ogni 3 anni) o tramite il Hpv-Dna (per le donne tra i 30 e i 64 anni, ogni 5 anni), che consente di riconoscere precocemente e di trattare le atipie cellulari che precedono il cancro del collo dell’utero, oppure con la vaccinazione, che prevede l’impiego di un vaccino nove valente che raggiunge il massimo della sua efficacia se somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale.
La campagna vaccinale prevede due dosi a distanza di 6 mesi; somministrate per via intramuscolare nel deltoide del braccio.
Gli effetti collaterali più comuni post vaccinazione sono rappresentati da dolore e arrossamento in sede di inoculo, cefalea e febbre. LEGGI ANCHE: Giornata mondiale contro il cancro, Silvia Marsoni a Palazzo Gromo Losa
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Luigi
10 Marzo 2025 at 12:49
Dopo i danni fatti dal vacino per il Covid, le persone si fidano veramente poco, a farsi fare qual si voglia iniezione chiamata Vacino.
Simo
10 Marzo 2025 at 13:34
bravo Luigi concordo con te!
mia figlia ha 13 anni e mai e poi mai la farei “bucare”