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Occhi, una nuova tecnica toglie le “mosche volanti” dalla vista
La vitrectomia mini invasiva risolve definitivamente il fastidioso problema di vedere piccole ombre in continuo movimento. «Sono miodesopsie ed evidenziano uno stato degenerativo del corpo vitreo. Possono essere anche un campanello d’allarme per malattie retiniche», spiega l’oculista Alberto Bellone
La vitrectomia mini invasiva risolve definitivamente il fastidioso problema di vedere piccole ombre in continuo movimento. «Sono miodesopsie ed evidenziano uno stato degenerativo del corpo vitreo. Possono essere anche un campanello d’allarme per malattie retiniche», spiega l’oculista Alberto Bellone
C’è una nuova tecnica per cancellare le “mosche volanti” dalla vista. «La vitrectomia 27 GAUGE è una tecnica chirurgica mini invasiva che interviene direttamente sulle cause che provocano la comparsa di questi piccoli oggetti, scientificamente chiamati miodesopsie», spiega Alberto Bellone, oculista di Torino specializzato in chirurgia refrattiva e chirurgia vitreoretinica. «In meno di mezz’ora si torna a vedere bene eliminando del tutto il problema».
Cosa sono le mosche volanti? Più o meno tutti hanno provato la fastidiosa sensazione di guardare il cielo terso o soffermarsi su uno schermo bianco e vedere delle piccole ombre nel campo visivo che continuano a muoversi. Sono le cosiddette “mosche volanti” o miodesopsie, oggetti minuscoli che proiettano ombre sulla retina – la pellicola fotosensibile che si trova nella parte posteriore dell’occhio. «Sono dovute alla degenerazione del corpo vitreo, quel gel che riempie l’occhio, che col passare del tempo tende a dividersi nelle sue due componenti: quella liquida e quella fibrillare. Le fibrille vitreali si agglomerano e formano dei corpi mobili che seguono il movimento dell’occhio in tutte le direzioni», dice Bellone. «Pur non essendo di per sé pericolose per la vista, evidenziano però un’alterazione del vitreo e possono essere un segnale d’allarme di malattie retiniche».
Le principali cause sono imputabili all’età (tendenzialmente dopo i 40-50 anni), alla miopia elevata oppure a traumi diretti o indiretti, ma anche a disidratazione o a disordini del metabolismo. Aggiunge Bellone: «Le “mosche volanti” possono comparire anche da giovani, l’importante è sottoporsi ad un controllo medico oculista per escludere situazioni ben più serie come la rottura della retina e il distacco della stessa. In ogni caso, prima si arriva ad una diagnosi e migliore sarà la prognosi per il futuro».
Un intervento mini invasivo. «La vitrectomia mini invasiva a 27 GAUGE permette oggi di utilizzare una sonda ben più piccola rispetto al passato il cui diametro non arriva a mezzo millimetro. Attraverso tre fori di diametro 0,4 mm si asporta il vitreo e si possono riparare eventuali alterazioni retiniche mediante il Laser. L’intervento, che dura mediamente 20 minuti, non prevede sutura. Il paziente viene dimesso subito e può riprendere le proprie attività a distanza di un paio di giorni». Lo specialista raccomanda: «Ogni singolo caso clinico deve essere attentamente valutato. Si tratta di un intervento che può essere indicato nei pazienti miopi affetti da degenerazione patologica del vitreo con trazioni sulla retina: la vitrectomia mini invasiva migliora decisamente la loro qualità della visione ed elimina le trazioni sulla retina».
La vitrectomia mini invasiva viene già utilizzata di routine nella chirurgia vitreoretinica moderna per patologie quali: emorragia vitreale, distacco di retina, retinopatia diabetica, trombosi venose e fori maculari.
Alberto Bellone (www.albertobellone.it). Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Torino nel 1996, ha conseguito l’abilitazione alla professione di medico chirurgo nel 1997 e si è specializzato in Oftalmologia all’Università di Torino nel 2000. Da anni si interessa di chirurgia refrattiva affinando le tecniche più moderne per il trattamento dei vizi di refrazione. Ha una notevole esperienza nella chirurgia conservativa del cheratocono e delle ectasie corneali con l’impianto di anelli corneali intrastromali (Keraring) e ha acquisito tecniche chirurgiche specifiche per il trattamento delle patologie vitreoretiniche. Ha fatto parte del presidio Valdese di Torino. Riceve e opera in diverse strutture in Piemonte e Lombardia.
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