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Numero di morti, a Biella il dato è preoccupante

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L’allarme è stato dato dall’Istat. Rispetto all’anno precedente, nel 2015 a livello nazionale è stato registrato un vertiginoso e inatteso aumento dei morti, più 11 per cento, un dato registrato solamente durante i due grandi  conflitti mondiali, per ovvie ragioni. E soprattutto nessuno riesce a spiegare le ragioni del fenomeno.

L’allarme è stato dato dall’Istat. Rispetto all’anno precedente, nel 2015 a livello nazionale è stato registrato un vertiginoso e inatteso aumento dei morti, più 11 per cento, un dato registrato solamente durante i due grandi  conflitti mondiali, per ovvie ragioni. E soprattutto nessuno riesce a spiegare le ragioni del fenomeno.

Se il dato generale è preoccupante quello relativo alla città di  Biella è da incubo visto che la relativa percentuale sale addirittura al 15,28 per cento, ovvero quattro punti in più rispetto alla media nazionale. I numeri forniti dall’amministrazione comunale non lasciano spazi a dubbi: nel 2014 i morti in città sono stati 556 mentre a fine dicembre 2015 i decessi erano saliti a 641, ovvero 85 unità in più. Mai in passato, tranne appunto negli anni dei due conflitti mondiali appunto, si era verificata una situazione simile.

«Sono rimasta veramente sorpresa e impressionata – spiega l’assessore Daniela Zago, responsabile dei Servizi demografici – dell’aumento improvviso e così consistente dei decessi in città. Vedo che la situazione interessa tutto il Paese ma sinceramente non riesco a spiegarmi e a spiegare le ragioni di un simile fenomeno».
L’assessore Zago è in buona compagnia, comunque. Dopo i dati resi noti dall’Istat, gli esperti si stanno ponendo le stesse domande senza trovare, al momento, alcuna ragione plausibile. Anche perchè nei dodici mesi dell’anno trascorso non sono accaduti avvenimenti tali poter incidere in maniera così massiccia: come non ci sono stati conflitti, catastrofi naturali, epidemie non si è nemmeno registrata un’estate talmente torrida da mietere migliaia di vittime tra gli anziani.

«Ovviamente – continua l’assessore – non siamo noi da Biella a poter dare delle risposte ma davanti a dati così drammatici sarebbe il caso di dare avvio aun’indagine epidemiologica per capire le cause di questa siutazione».

Per quanto riguarda le cause dell’aumento del numero dei morti gli esperti non sanno dare ancora delle spiegazioni. Intervistato da il Fatto quotidiano il professore Gian Carlo Blangiardo della Bicocca di Milano ha così risposto: «Il dato non è giustificabile con l’invecchiamento della popolazione, che potrebbe spiegare 16.000 decessi in più su base annua, ma non i 68.000 avvenuti. Quindi cosa determina l’aumento abnorme dei decessi?  La risposta può essere solo che ci si cura di meno o ci si ammala gravemente di più. Per quanto riguarda il primo aspetto, posto che è da tralasciare l’ipotesi che la popolazione scelga di non curarsi, resta l’ipotesi che non tutti abbiano più cure adeguate. E qui non possiamo non pensare alla povertà che sta aumentando progressivamente nel nostro paese. Per quanto riguarda invece la seconda ipotesi, non possiamo tralasciare che, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, l’Italia ha il primato di morti per inquinamento in Europa. Comunque si legga il dato, la conclusione sembra essere: la società in cui viviamo è sempre più iniqua; l’ambiente in cui viviamo è sempre più insalubre. O tutti e due i fattori. Comunque, non è un bel modo di finire l’anno».

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