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“Non trovare personale” non può essere la giustificazione delle carenze della sanità biellese

Documento dei sindacati Cgil, Cisl e Uil

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Comunicato stampa

La popolazione biellese che supera i sessantacinque anni sfiora ormai il 30% della popolazione totale. Si tratta di 4 punti percentuali in più del dato medio Piemontese, non è un caso quindi che anche l’indice di vecchiaia sia il più alto del Piemonte.

Nel Biellese il dato di mortalità supera la media regionale per le seguenti cause: tumori, malattie del sistema circolatorio e malattie dell’apparato digerente.

Bastano quindi questi pochi ma drammatici dati per comprendere perché la preoccupazione sulla sanità biellese è diffusa tra la popolazione e ben testimoniata dalla stampa locale, dove certamente si trovano i comunicati sindacali ma anche molte lettere di privati cittadini che lanciano un grido di allarme rispetto ad un servizio che viene poco per volta tagliato, una volta perché mancano le risorse, una volta perché manca il personale. Intanto nel territorio ci si trova a fare i conti sempre in negativo rispetto al numero di letti ogni mille abitanti: tra il 2019 e il 2020 siamo scesi a 2,65 ogni mille abitanti quando la media regionale è di 3,37.

Nel Biellese poi c’è un motivo in più per difendere il Servizio sanitario nazionale pubblico ed universale: i biellesi in media sono più poveri degli altri piemontesi, il reddito imponibile ha un delta negativo di 1000 euro rispetto al dato piemontese. Anche in questo caso dati e percezione si confermano, visto che nel 2022 l’86,3% dei Biellesi temono di non essere in grado di affrontare le spese mediche personali o di un familiare.

Di fronte a questi dati la giustificazione del “non troviamo personale” vale per chi, come sempre più spesso capita ai dirigenti delle ASL, vivono il territorio solo per pochi anni, per chi ci vive e continuerà a viverci non basta certo.

Allora serve che il territorio faccia in modo di avere le risorse necessarie per costruire incentivi economici, qualità della vita personale e professionale, nonchè possibilità di crescita professionale per tutti i dipendenti dell’ASL. Serve un sistema virtuoso per essere attrattivi anche per il personale sanitario e non “un tirare a campare” tagliuzzando qua e là.

La richieste di maggiori risorse difficilmente partirà da quei vertici aziendali scelti e nominati dalla Giunta Regionale, ma potrebbe e dovrebbe partire da quei rappresentanti politici che qui vivono e vengono eletti e che ricoprono importanti incarichi di governo ai diversi livelli.

Cgil Biella
Lorenzo Boffa Sandalina

Cisl Piemonte Orientale
Elena Ugazio

Uil Biella-Vercelli
Maria Cristina Mosca

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