Attualità
Mortarino torna alla guida della Croce Rossa
“Ero certo che tutto si sarebbe chiarito, ma a suo tempo ho preferito fare un passo indietro per tutelare il nome della Croce Rossa”.
“Ero certo che tutto si sarebbe chiarito, ma a suo tempo ho preferito fare un passo indietro per tutelare il nome della Croce Rossa”.
A parlare, oggi che il suo di nome è stato pienamente riabilitato, è Carlo Giorgio Mortarino, a tutti gli effetti tornato a ricoprire il ruolo di presidente del comitato di Biella della Cri.
Mortarino, funzionario del Comune di Biella, nei mesi scorsi era finito invischiato nell’indagine relativa ai cosiddetti “furbetti del cartellino”. Indagine che si è conclusa con un’archiviazione per ben 28 delle 33 persone coinvolte. Tra queste, lo stesso Mortarino.
Già alcune settimane fa, infatti, il giudice Claudio Passerini aveva archiviato la sua posizione ritenendo che le accuse mosse nei suoi confronti non fossero sostenibili in giudizio. Il funzionario, che già era tornato al proprio lavoro da qualche tempo, né è quindi uscito pienamente pulito. Nei giorni scorsi è quindi arrivata anche la piena riabilitazione in seno alla Croce Rossa, dove comunque aveva continuato come sempre a prestare servizio come volontario del 118: in seguito alla delibera del consiglio direttivo del comitato di Biella, è di nuovo ufficialmente il presidente. Antonella Ziglio, che lo aveva sostituito nelle settimane precedenti, continuerà a ricoprire il ruolo di vice presidente.
“Sia in associazione che sul posto di lavoro – racconta Mortarino – ho sempre ricevuto il sostegno di chi mi era vicino. Chi mi conosce non ha mai avuto dubbi sulla mia innocenza e questo mi è stato di profondo conforto”.
Per l’uomo, infatti, sono state senza dubbio settimane molto dure. Adesso che tutto è alle spalle può parlarne con maggiore serenità: “E’ un’esperienza che non auguro a nessuno – ammette -. Sentire squillare il campanello alle 6 del mattino e trovarsi alla porta di casa i carabinieri in borghese non è piacevole. Soprattutto per chi ha la coscienza a posto. Nel male, devo dire che i carabinieri hanno comunque avuto un comportamento molto umano. Sono stati veramente esemplari. Hanno capito la situazione e lo stato d’animo di chi avevano di fronte. Sono stati ammirevoli”.
“Indubbiamente – continua Mortarino – ho vissuto settimane toste. Psicologicamente. Era difficile addormentarsi la sera, cancellare l’incubo di quel campanello in piena notte. Però avevo la coscienza a posto. Quindi ho sempre avuto fiducia nella magistratura. Non sentendomi in colpa, in cuor mio pensavo che le cose si sarebbero sistemate. Tuttavia mi sentivo impotente”.
Per quanto brutta sia stata questa esperienza, lascia comunque anche qualcosa di positivo: “La certezza di avere tante persone che credono in te e ti restano vicino, non solo quando le cose vanno bene, ma anche nei momenti difficili”.
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