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L’era Novaretti non è finita!

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Quindi, parrebbe, che tutti i pronostici – compresi i nostri – verranno smentiti. Se non succederà nulla di eclatante, lunedì prossimo, l’assemblea generale di Ascom ridarà fiducia a Mario Novaretti e quella che consideravano la fine di un’epoca tra i commercianti biellesi continuerà chissà ancora per quanto tempo.
A nulla sono valse le accuse mosse dalla maggioranza degli ex componenti del direttivo Ascom verso il vecchio leone democristiano, compresa, quella pesantissima di aver fatto assumere due persone pochi mesi fa dopo che ne erano state licenziate altre nei mesi passati e leggere, nero su bianco, che una di queste è la sua socia in affari. Per Novaretti questo è normale e, evidentemente, lo è anche per la maggioranza della sua associazione che gli rinnoveranno l’ennesimo mandato.

Abbiamo letto di statuti violati, licenziamenti e defenestrazioni ma nulla ha smosso quello che – con tutta evidenza – è un blocco compatto che vede nell’ex Sindaco di Gaglianico il leader incontrastato. Ciò che ci stupisce però è il silenzio della casa madre, Confcommercio. Non una parola, una lettera, un messaggio, un flebile soffio di vento si è alzato dalla potente associazione dei commercianti. Evidentemente per loro a Biella va tutto bene. Giova ricordare che ci volle la Guardia di Finanza per scoprire che l’ex Presidente di Confcommercio, Sergio Billè, dirottava ogni anno su un suo conto corrente privato, quattordici dei diciassette milioni di euro che le aziende versavano come contributi integrativi al Fondo previdenziale Mario Negri e al Fasdac, il Fondo di assistenza sanitaria per i dirigenti di aziende commerciali, e quindi alla Confcommercio. Per gli inquirenti romani, quei quattordici milioni di euro «erano destinati in larga parte per fini esclusivamente personali, gestiti fuori del bilancio ufficiale della Confederazione».

Ma non vogliamo fare dietrologia, se per Sangalli, attuale Presidente nazionale di Confcommercio ed ex deputato democristiano, a Biella non ci sono problemi, probabilmente, avrà ragione lui. Rimaniamo invece stupiti di come, tra il migliaio di associati ad Ascom, – anche solo per un naturale avvicendamento – l’associazione non riesca a trovare alternative a Novaretti. Ma forse hanno ragione loro oppure, lunedì, avremo sorprese. Lo scopriremo presto.
Roberto Pietrobon

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