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Le Province, ciò che rimane quando la politica si fa da parte

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BIELLA – Da più parti in questi giorni difficili di pandemia e restrizioni è stato colto il silenzio delle Province. Ma le amministrazioni provinciali esistono ancora? Quali ruoli hanno? E perché non entrano in gioco, almeno in ambito territoriale, in questo momento di grave emergenza? Le Province, lo sappiamo, esistono ancora. Ma di fatto, in virtù dell’approvazione di una legge proposta dall’allora ministro Graziano Delrio, dall’aprile del 2014 sono diventate “enti amministrativi di secondo livello”.

Ciò significa la perdita di una bella fetta di autonomia, ma soprattutto il passaggio alla nomina dei rappresentati provinciali non più attraverso le normali consultazioni elettorali, ma a suffragio ristretto, cioè con l’elezione del presidente affidata ai sindaci dei vari Comuni che tutti insieme vanno a formare l’ambito territoriale. Insomma, molti biellesi ricorderanno il vecchio Comprensorio, che a un certo punto cedette il passo alla nuova amministrazione provinciale. Ecco, di fatto siamo tornati al Comprensorio, che però si chiama ancora Provincia.

Ma per quale ragione la Provincia ha perso lo smalto dei tempi migliori? La ragione è molto semplice e non va imputata solo alla riduzione delle risorse gestibili. Il problema è ben altro ed è da ricercarsi nella perdita d’immagine che i rappresentati dei vari partiti hanno scontato con il ridimensionamento dell’Ente. Nessuna campagna elettorale, nessun proclama, nessun comizio, nessun manifesto. Soltanto un sindaco che diventa presidente per volere di altri sindaci. E che in virtù di questa nomina, tira la carretta, in quasi totale anonimato, per cinque anni. Un incarico che va assunto ed assolto con autentico spirito di servizio.

Ed ecco perché ai partiti le Province non interessano più: non c’è vetrina, non c’è tornaconto, non c’è l’appagamento di ambizioni spesso malcelate, non ci sono i contrasti, i dibattiti e le polemiche che tante pagine fanno spendere ai giornali, restituendo visibilità in un mare di bla bla. Le Province ridimensionate oggi sono l’esatta immagine di ciò che resta quando la politica si fa da parte e rimane solo il lavoro.

Per questo forse sarebbe stato il caso di privilegiare le amministrazioni provinciali, pensando semmai all’abolizione delle Regioni, apparati ben più costosi e vistosi , ma anche assai più imgombranti, soprattutto quando, come è avvenuto in questi ultimi mesi, danno ad intendere di sentirsi (sempre per ragioni strettamente politiche) più Stati nello Stato, che non apparati di un’unica nazione.

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