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La palazzina mai finita si trasforma in dormitorio

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I lavori sono fermi da tempo, qualcuno ha deciso di andarci a vivere lo stesso. Ci sono i muri, c’è il tetto, ci sono gli intonaci e anche gli impianti e gli infissi, eppure non è ancora stato possibile completare il complesso di edilizia popolare tra strada Regione Croce e via Coppa, a Chiavazza.

I lavori sono fermi da tempo, qualcuno ha deciso di andarci a vivere lo stesso. Ci sono i muri, c’è il tetto, ci sono gli intonaci e anche gli impianti e gli infissi, eppure non è ancora stato possibile completare il complesso di edilizia popolare tra strada Regione Croce e via Coppa, a Chiavazza.
In attesa che arrivino i fondi regionali necessari per portare a compimento l’opera, il cantiere è fermo e l’area pericolosa perché chiunque può facilmente accedervi.
A segnalare la situazione è stato Nicolò Chiola, che vive in una palazzina poco distante.
«Ci siamo accorti che un uomo dorme lì dentro – spiega -, si è portato il materasso e ha addirittura realizzato una sorta di zona bagno».
Questo però è il problema forse minore. A preoccupare di più è la questione sicurezza: «Entrare è facilissimo – continua Chiola -, se lo facessero dei ragazzi? Ci sono zone pericolose, è facile farsi male. Senza contare che a pochi metri c’è anche un asilo».
I lavori sono fermi da sei anni, ma la Regione ha acquistato l’immobile dalla ditta privata che lo stava edificando solo nel 2014. E’ completo all’80 per cento. Verosimilmente, per riuscire a terminarne la costruzione, servono ancora almeno 800mila euro. Soldi che la Regione ha inserito a bilancio, ma che al momento non sono in cassa. L’Atc Nord Piemonte, dal canto suo, con oltre venti milioni di euro di debiti, ha grossi problemi di liquidità e non è in grado di anticipare la somma. Il risultato è che ancora non si può procedere al bando di gara.
«Non è una questione di destra o sinistra – esordisce il consigliere comunale della Lega Nord, Giacomo Moscarola -, però sicuramente è un problema da risolvere. Come Lega, chiediamo due cose. Innanzitutto un’ordinanza del sindaco per la chiusura e la messa in sicurezza dello stabile. Al momento ci dorme solo una persona, ma se altri seguissero il suo esempio rischieremmo di trovarci tra le mani una “bomba sociale”. In secondo luogo, chiediamo che la Regione trovi il denaro per completare il condominio. Si tratta di ventisei appartamenti quasi pronti, in un periodo di crisi come questo darebbero un sollievo importante a tante famiglie in difficoltà».
Nel frattempo si sta muovendo anche l’amministrazione: «Stiamo organizzando una delegazione per fare le opportune verifiche – spiega il segretario e consigliere comunale del Pd, Paolo Furia, in merito all’uomo che dorme nello stabile -. Non avevamo mai ricevuto segnalazioni».
Lo stesso Furia nei giorni scorsi aveva sollevato il problema della situazione finanziaria dell’Atc. Quella biellese, infatti, si è presentata al “matrimonio” di quadrante con un sostanziale pareggio di bilancio, ma i debiti ereditati dall’ente novarese hanno di fatto paralizzato e penalizzato tutte e quattro le province (Vercelli, Biella, Verbania e Novara).
«Ci sono 28 milioni di euro di debiti – continua Furia -, circa 25 “arrivano” da Novara. Bisogna intervenire, non è ammissibile che l’Atc non sia in grado di provvedere alla manutenzione ordinaria».

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