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La “corsa all’oro” della Valle Elvo finisce in Tv: i cercatori biellesi protagonisti su RaiTre

Pif e le telecamere di “Caro Marziano” alla scoperta della tradizione millenaria del nostro territorio

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ZUBIENA – Cacciatori d’oro, Biella fa scuola. L’Associazione biellese Cercatori d’Oro è la protagonista dell’ultima puntata di “Caro Marziano”, il famoso programma televisivo di genere documentario, diretto e condotto da Pif su Rai 3.

Disponibile anche sulla piattaforma Rai Play, l’episodio è stato girato a Zubiena, sede dell’associazione. Una testimonianza diretta, un racconto fuori dal comune che lo stesso Pif descrive in prima persona toccando con mano le dinamiche di una pratica che resiste e trova buona cassa di risonanza soprattutto nel Biellese.

Il viaggio di Pif inizia insieme ad Arturo Ramella Bagneri, presidente del gruppo, con l’accoglienza nei locali della sede storica. «Per noi questo resta un bellissimo hobby – racconta Arturo Ramella -. Con l’attività di cercatore non ci campi, almeno non qui in Italia. La nostra storia ha più di duemila anni, siamo presenti molto prima rispetto a Paperon de’ Paperoni; qui vicino a Zubiena, nella Bessa, c’è una miniera storica che risale addirittura agli antichi romani. Ho iniziato un po’ per curiosità a cimentarmi nella ricerca, il sogno nel cassetto per tutti è quello un giorno di poter trovare la pepita, ma in realtà restando in Italia è praticamente impossibile: i giacimenti che abbiamo permettono ritrovamenti di piccolissimi residui, quasi delle polveri di oro. Tutto ciò è dato dal lungo viaggio che l’oro compie durante lo spostamento verso il basso».

Dopo un rapido giro di presentazione con i vari associati (per lo più pensionati con la passione per la “caccia all’oro”), la puntata prosegue con un tour nel cuore del rinomato museo dove sono esposte pagliuzze e pepite che vengono conservate come veri e propri cimeli. Come sono stati possibili quindi tutti questi sedimenti nel tempo? «Il territorio biellese deve questi ritrovamenti al massiccio del monte Rosa – spiega Arturo -. Stiamo parlando di una zona particolarmente orifera che nel tempo ha portato alla formazione di alcuni filoni lungo le proprie pendici, creando di conseguenza dei depositi verso valle. Con il passaggio del torrente Elvo accanto alla Bessa si ha un adagiamento sul letto del corso d’acqua, pagliuzze e piccoli porzioni di oro si accumulano permettendo così la ricerca per gli appassionati».

Finito il giro tra le pietre d’oro tenute sotto vetro, ci si avventura verso il torrente Elvo e sempre con le parole di Arturo Ramella viene data una linea guida da seguire per scegliere determinati terreni da setacciare piuttosto che altri: «Per cercare di avere più possibilità, di norma ci si concentra sulle curve del fiume: a monte, quando la potenza del corso d’acqua è maggiore, si hanno i depositi più grandi. In passato, durante le piene del torrente, i nostri nonni venivano a fare valutazioni sulle traiettorie e sulla portata. Ora questo non accade più, ma cerchiamo comunque di tenere a mente quegli insegnamenti per avere discrete probabilità di successo».

Successi e trionfi che gli associati biellesi hanno saputo raccogliere diverse volte negli anni passati ai campionati europei e mondiali di cercatori d’oro, dimostrando competenza e bontà del gruppo locale. Dopo le istruzioni si passa all’azione. Per una ricerca proficua bisogna munirsi dei materiali giusti: dal piatto per setacciare, alla griglia per dividere le grandi pietre dalla sabbia più fine, oltre naturalmente al buon occhio per identificare le pagliuzze raccolte. Le fasi di ispezione sono molto delicate: raccogliendo una buona dose di terra, si passa al setaccio che permette il deposito dell’oro sul fondo del piatto.

Una volta terminata questa parte di lavoro, si controlla l’eventuale presenza di oro e, in caso di successo, si procede al trasferimento in una sorta di provetta (pratica da compiere con attenzione per evitare la perdita della pagliuzza). Non sempre i risultati arrivano al primo colpo, l’attività richiede grande pazienza e una buona schiena, considerando la postura da tenere durante la caccia. Anche Pif decide di provare a dilettarsi nella pratica e al secondo tentativo riesce a scovare una piccolissima porzione d’oro, chiudendo l’episodio col sorriso e la soddisfazione di aver scoperto una tradizione da difendere e da trasmettere alle generazioni future.

 

Davide Romagnoli

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