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Il tessile biellese produrrà un milione di mascherine al giorno

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Il tessile biellese produrrà un milione di mascherine al giorno

Un milione al giorno. È questa la quantità di mascherine che il nostro territorio potrebbe arrivare a produrre nei prossimi giorni. Il Biellese scende in campo per affrontare l’emergenza coronavirus e lo fa mostrando i muscoli di un settore – quello tessile – che dimostra di essere vivo e fa sentire il proprio ruggito, seppur provato da quindici anni di crisi.
Finora al progetto lanciato da Unione Industriale, Confartigianato, Cna e Tessile e Salute, hanno aderito una decina di aziende e tra queste ci sono anche alcune big, ma non è escluso che se ne aggiungano altre.
«Ci sono aziende che, una volta a regime, possono produrre tra le 100mila e il mezzo milione di pezzi al giorno – spiega Pier Francesco Corcione, direttore dell’Uib -. E’ ancora presto per comunicare i nomi, creerebbe solo complicazioni in questa fase».
La maggior parte delle industrie coinvolte è pronta a partire con la produzione, ma manca ancora un fondamentale passaggio: il via libera dei laboratori della Regione che devono valutare se le mascherine rispondano ai requisiti richiesti. Nel nostro caso si parla di mascherine igieniche, non di dispositivi sanitari. Per intenderci, dunque, di quelle che qualunque cittadino può indossare per andare a fare la spesa. Anche il fabbisogno di dispositivi di protezione individuale sanitari e chirurgici, però, dovrebbe trovare rapidamente risposte, grazie alla riapertura dei colossi cinesi che li producono.
I prototipi biellesi realizzati fino a questo momento sono arrivati ieri a Torino, per essere analizzati dal laboratorio coordinato dalla Protezione Civile. A certificarne la validità sarà un comitato di valutazione composto da specialisti del Politecnico e dell’Università del Piemonte Orientale.
Una volta ottenuto il via libera – sempre che tutto vada per il meglio e non si verifichino intoppi – nei prossimi giorni si potrà partire con la produzione su vasta scala. Una volta a regime, come detto, il mondo tessile biellese dovrebbe partorire tra le 800mila e il milione di mascherine al giorno, quanto basta, molto probabilmente, per rispondere alle esigenze dell’intera Regione.
Per quanto invece riguarda il piano nazionale, per uscire dai confini piemontesi i prodotti dovranno ottenere la certificazione del laboratorio romano della Protezione civile centrale.
Se per le mascherine l’iter sembra essere ormai a buon punto, altrettanto non si può dire per i camici, altra categoria di merce che diverse aziende si preparano a produrre.
«Sui camici – conferma Corcione, che ieri tra l’altro ha incontrato a Torino il dottor Pierluigi Pavanelli, responsabile dell’Ufficio Distribuzione dell’Unità di crisi regionale – siamo ancora indietro, ma ci stiamo lavorando. Se tutto andrà bene partiremo presto con la produzione di mascherine, la speranza è quella di poter iniziare entro una settimana».
m.f.

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