Il profumo della musica che fa bene al cuore

Si avvicina l’estate, la pandemia ha allentato la morsa e le famiglie si scoprono sempre più in difficoltà nel pianificare vacanze in luoghi di villeggiatura.
Queste condizioni, prevedibili, dovrebbero incentivare l’organizzazione di eventi e spettacoli nella nostra provincia che, invece, non regge il confronto con i calendari culturali pianificati da altri piccoli centri confinanti, come Vercelli, Varallo ed Ivrea.

Non è una novità, nel Biellese non si fa squadra per gli spettacoli e l’intrattenimento, forse per un retaggio culturale che ci inchioda al solo culto del lavoro, benché anche questo viva da tempo una situazione di grande sofferenza.

Un’altra occasione sprecata, resa ancora più grave dagli effetti che la pandemia e la guerra hanno provocato sull’umore delle persone, sempre più sole e impaurite ed in contrasto con i progetti roboanti che periodicamente vorrebbero Biella come centro turistico di eccellenza.

Ascoltare un concerto, visitare una mostra, assistere ad una conferenza rappresentano un’opportunità per uscire, stare insieme, allontanare i pensieri dalle preoccupazioni che ci tormentano e aprirci verso sfaccettature della realtà che non conosciamo. A questi benefici personali si aggiungono i vantaggi economici per bar, ristoranti e negozi locali.

La cultura è un collante sociale fondamentale, soprattutto ora che siamo in crisi di identità e di valori ed un’opportunità di crescita economica.
La scarsità di eventi estivi non è solo responsabilità del Comune, ma di un sistema di associazioni e fondazioni che non fanno sistema tra di loro ed operano ciascuno nel proprio ambito per garantirsi la sopravvivenza.

A chi di noi capita di passare per il Piazzo in questi giorni caldi è capitato di sentire la musica uscire dalle finestre dell’Istituto Perosi e di sorprendersi nel capire quanto il nostro spirito abbia bisogno della cultura, che ci fa spiccare il volo oltre le difficoltà dei giorni che viviamo. E dall’alto, si sa, si possono intravedere meglio nuove prospettive.
Vittorio Barazzotto

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