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Il futuro blindato della case di riposo

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BIELLA – Tutti, chi più chi meno, hanno potuto riassaporare un po’ di libertà con l’allentamento delle misure di prevenzione contro il coronavirus. Tutti tranne gli anziani ricoverati nelle case di riposo la cui condizione di totale isolamento è destinata a protrarsi ancora nel tempo, come confermano dalla stessa Asl di Biella: «La situazione sanitaria in generale è ancora delicata per poter prevedere la riapertura delle strutture che come tutti sanno sono state le più colpite dall’emergenza. La questione è oggetto di controlli e verifiche ma al momento non ci sono novità».


In attesa della tanto sospirata riapertura, a livello di Regione Piemonte un gruppo di esperti dell’Ordine dei medici e del Politecnico ha predisposto uno studio per come dovranno essere le case di riposo del dopo-Covid 19.
A parte l’indicazione scontatissima dell’utilizzo universale di mascherine, guanti, gel igienizzanti, percorsi separati, misurazione della febbre, come già accaduto per gli ospedali, ci sarà un solo ingresso controllato e ai parenti – le cui visite potranno avvenire solo su prenotazione – sarà chiesto di compilare un questionario. Tutto il personale che a qualsiasi titolo opera nelle strutture sarà sottoposto periodicamente al test sierologico e/o al tampone. Inoltre, a differenza di quanto accade oggi gli operatori sanitari dovranno seguire sempre gli stessi pazienti.


Sempre per limitare il rischio contagi, all’interno delle strutture sarà presente un solo medico per fascia oraria mentre di notte e il sabato toccherà all’Asl a mettere a disposizione un medico della continuità assistenziale o delle Unità speciali: «Quando necessario, un servizio che potrebbe durare 24 ore al giorno sette giorni su sette».
Gli ospiti dovrebbero essere divisi in tre categorie: «Positivi al Covid-19, negativi e negativizzati. Una divisione che deve andare di pari passo con spazi riorganizzati. Anche le strumentazioni dovrebbero essere dedicate».
Il documento siglato da Ordine dei medici e Politecnico sarà presentato questa settimana e messo a disposizione di medici, operatori e cittadini per imparare a ridurre i rischi per i pazienti e per chi lavora in ambito sanitario.


Per quanto riguarda invece i medici di base e i pediatri, uno dei problemi più urgenti è ridurre al massimo le distanze nelle sale d’attesa e negli ambulatori. In alcuni casi si tratta di piccoli accorgimenti, come eliminare gli apriporta automatici scelti dalla maggioranza degli studi medici.

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