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Il culto dei cani di razza è una vergogna, diciamo no alle esposizioni

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Gentili signore e signori, ho appreso dai mezzi di informazione https://comune.caresanablot.vc.it/notizie/137615/esposizione-internazionale-canina che il 15 e 16 Febbraio a Caresanablot (VC) si svolgerà la “Doppia esposizione internazionale canina” con il patrocinio del Comune.

Ci sono cani che aspettano di essere adottati e curati nei canili ma a Caresanablot ci si adopera per creare il culto della razza che considero estraneo a una cultura di rispetto degli animali, anche se esso non fosse causa diretta di concreti maltrattamenti. Spesso si promuovono queste esposizioni come occasioni per conoscere e tutelare il mondo degli animali nelle loro “razze” ma ciò è contraddittorio poiché in natura non esistono le razze che invece sono il frutto di una selezione operata dall’essere umano nel tempo per soddisfare interessi ornamentali o economici. Le razze, a differenza delle specie, non hanno nulla di naturale ma sono mantenute dagli allevatori attraverso l’incrocio selettivo di esemplari con caratteristiche particolari. Questo evento è una kermesse basata su allevamento e commercio: un messaggio che considero negativo nel rapporto tra esseri umani e non umani. Inoltre penso che in questo spazio gli animali non si sentano a proprio agio perché migliaia di visitatori creano un ambiente caotico non gradito, se non addirittura ostile, agli animali.

Questi eventi non aiutano a creare una cultura dei diritti animali. Basterebbe un regolamento comunale che vietasse fiere con animali ma davanti a un tale giro di soldi, anche il Comune di Caresanablot china la testa e concede addirittura il patrocinio.

«Le tecniche usate per l’allevamento selettivo vengono nascoste dietro le quinte in modo che il pubblico non venga a conoscenza delle modalità utilizzate per produrre le varie razze animali (…) la professione di allevatore è una delle più curiose che si conoscano. Gran parte di tale professione è infatti frutto della mente bizzarra di persone alle quali piace manipolare la natura (…). Una volta individuato un piano per lo sviluppo di un determinato aspetto canino, l’allevatore deve scegliere il maschio più adatto a coprire e ingravidare la femmina altrettanto “quasi perfetta”. Dopo generazioni di incroci forzati, si riesce a ottenere il cane con le caratteristiche desiderate. (Notazione a margine: i cani non danno importanza all’aspetto visivo dei loro partner ma si scelgono principalmente sulla base di sensazioni olfattive.). I problemi nascono allorquando uno dei cani “quasi perfetti” prova interesse per altri esemplari. A un cane può non piacere una traccia odorosa di un altro. Inutile dire che l’allevatore farà di tutto per opporsi agli istinti e ai comportamenti naturali senza escludere il ricorso alla forza (…). Alcuni allevatori forzano l’atto sessuale mettendo della vaselina o qualche altro lubrificante sulla vagina delle femmine e quindi guidando il maschio nella copulazione. Per preparare il maschio al coito, gli allevatori consigliano di prendere il pene del cane “sul palmo della mano, esercitando una pressione leggera ed eccitante”. In alcuni canili, alle femmine recalcitranti viene messa una museruola e vengono poi appese a un’imbracatura in modo che non possano rifiutare l’accoppiamento. Non vi è alcun dubbio che, in ambito umano, azioni simili verrebbero definite col termine di stupro e sarebbero perseguite penalmente. L’allevatore di cani (e ora anche di gatti) è invece considerato tutto tranne un reato grave. Di fatto, altro non è che uno dei rituali tramite i quali l’umanità moderna esibisce ed riafferma la propria superiorità sul mondo vivente, un’altra cerimonia dell’ideologia del dominio (…). Magnifichiamo il lavoro degli allevatori (…) anche se non vi prendiamo parte diretta; lo sosteniamo e lo apprezziamo fino a trasformarlo in un enorme affare economico. Per quello che poi attiene all’allevamento di animali da compagnia, siamo ancora più corresponsabili perché siamo noi i fruitori delle varie razze pure (…) gli allevatori continueranno a “migliorarle” per riempire le vetrine dei negozi di animali.» Jim Mason, Un mondo sbagliato, Edizioni Sonda, 2007 (pag. 359-361)

Paola Re

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