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Il Comune di Biella si prepara al reddito di cittadinanza
Il Comune di Biella si prepara al reddito di cittadinanza
“I Comuni saranno chiamati a fare la loro parte per l’attuazione del reddito di cittadinanza. Ci prepareremo e risponderemo alle esigenze, come è già successo per il reddito di inclusione ancora in vigore”: il sindaco Marco Cavicchioli attende il dettaglio delle disposizioni della nuova legge per mettere in moto gli uffici, che saranno coinvolti nell’applicazione della misura decisa dal Governo per sostenere le famiglie più povere. Marzo è il mese in cui sarà aperto il canale per presentare le domande. Nel frattempo non cessano i benefici per chi già riceve il cosiddetto Rei, il contributo alle famiglie in difficoltà economiche e con problemi di occupazione che dall’anno scorso garantisce un massimo di 539,82 euro mensili. La legge assegnava ai servizi sociali dei Comuni il compito di valutare le domande e la presenza dei requisiti e poi di attuare la seconda parte della norma, i progetti personalizzati che accompagnano ogni beneficiario verso la riqualificazione professionale e l’ingresso nel mondo del lavoro.
Al 30 settembre 2018 il Comune aveva ricevuto 469 domande, 285 delle quali sono state accolte. La mole di lavoro per il settore dei servizi sociali è stata notevole, sia per l’esame delle richieste sia per la redazione dei progetti di inclusione che dovevano coinvolgere caso per caso anche altri soggetti come Centro per l’impiego, scuola in presenza di figli minori o servizi sanitari. Le pratiche tra l’altro dovevano essere gestite e inviate nei termini imposti dall’Inps, pena il rischio di perdere il beneficio economico. “Ringrazio gli uffici per aver risposto in modo egregio a questa necessità” sottolinea il sindaco. “E so che saranno pronti a fare lo stesso anche con le nuove misure”.
Le domande per il reddito di cittadinanza, che garantirà un massimo di 780 euro, saranno valutate dall’Inps e non più dai servizi sociali dei Comuni. Ma gli uffici saranno certamente coinvolti nei progetti di inserimento nel mondo del lavoro. Non solo: la nuova norma prevede che i beneficiari, in attesa di un impiego, si mettano a disposizione dei Comuni di residenza per otto ore ogni settimana, durante le quali dovranno svolgere servizi di pubblica utilità. “Questo è il punto più delicato” sottolinea il sindaco “perché non tutti possono fare tutto: occorre formazione professionale, oltre alle attrezzature e alla copertura assicurativa. Ma, per esempio, potrebbe essere l’occasione per istituire il servizio di controllo all’entrata e all’uscita delle scuole, in supporto alla polizia municipale, che non siamo mai riusciti ad avviare per mancanza di volontari”.
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