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Il commercio cittadino rialza la testa: 23 negozi in più rispetto allo scorso anno

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Il commercio cittadino, quello dei piccoli negozi, rialza timidamente la testa dopo anni disastrosi. Tra gli altri, per quanto riguarda la centralissima via Italia, una delle zone più martoriate, a breve dovrebbe riaprire il bar situato di fronte al comune,  subito dopo la libreria Feltrinelli. A tale proposito la nuova gestione ha presentato all’assessorato la relativa e obbligatoria comunicazione per l’avvio dei lavori di ristrutturazione.

Il commercio cittadino, quello dei piccoli negozi, rialza timidamente la testa dopo anni disastrosi. Tra gli altri, per quanto riguarda la centralissima via Italia, una delle zone più martoriate, a breve dovrebbe riaprire il bar situato di fronte al comune,  subito dopo la libreria Feltrinelli. A tale proposito la nuova gestione ha presentato all’assessorato la relativa e obbligatoria comunicazione per l’avvio dei lavori di ristrutturazione.
Seppur la situazione generale faccia  ancora sentire i propri effetti negativi, per la prima volta da quando è scoppiata la grande crisi, in città il numero degli esercizi che hanno aperto è superiore alle chiusure. I dati sono forniti dall’assessore Stefano La Malfa: «Al 31 luglio di quest’anno il totale delle attività commerciali presenti a Biella sono complessivamente 1.118 di cui 205 appartenenti al settore alimentare e 912 agli altri comparti merceologici. Il dato positivo è che per la prima volta  il numero complessivo è in crescita rispetto all’anno precedente, nello specifico di 23 unità anche se a fronte di un aumento di 30 per l’ alimentare c’è da registrare un – 7 degli altri settori».
 Come termine di paragone, nel 2014 gli esercizi erano rispettivamente 218 e 950 con un saldo negativo di – 37 unità, nel 2015 a fronte di 59 nuove aperture erano state registrate 93 chiusure, situazione che si era ripresentata anche lo scorso anno con 45 aperture a fronte di 61 cessazioni.
«Ovviamente – continua l’assessore – si tratta di dati da prendere con cautela perchè riguardano solamente l’aspetto quantitativo del fenomeno. Faccio un esempio. E’ ovvio che la chiusura di un ristorante antico, prestigioso e magari oggetto di segnalazione sulle guide gastronomiche non può essere compensata dall’apertura di una pizzeria da asporto ma per quanto riguarda l’aspetto numerico rispetto al passato la situazione è migliorata. Per poter affermare che la crisi è definitivamente superata è comunque necessario che la positività dei dati di questo periodo venga confermata non solo a fine anno ma anche negli anni successivi. Diciamo che rispetto al passato siamo certamente più fiduciosi».
A livello nazionale, nel mese di  luglio 2017 le vendite al dettaglio diminuiscono, rispetto al mese precedente, dello 0,2 per cento sia in valore sia in volume. Le vendite di beni alimentari registrano un aumento dello 0,1 per cento in valore e una flessione di pari entità in volume (-0,1 per cento); le vendite di beni non alimentari registrano una variazione negativa dello 0,3 per cento sia in valore sia in volume. Nella media del trimestre maggio-luglio 2017 invece, l’indice complessivo del valore delle vendite al dettaglio registra una variazione nulla rispetto al trimestre precedente. Nello stesso periodo, per le vendite di beni alimentari si rileva una diminuzione dello 0,1 per cento in valore e un aumento dello 0,3 per cento in volume; per quelle di beni non alimentari un aumento dello 0,1 per cento in valore e una variazione nulla in volume.
Rispetto a luglio 2016, le vendite al dettaglio restano stazionarie in valore e diminuiscono dello 0,4 per cento in volume. Per i prodotti alimentari si rileva una crescita dello 0,2 per cento in valore e una flessione dello 0,7 per cento in volume.

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