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Ieri il funerale di Franco Rosetta. Barazzotto: “Basta morti sul lavoro”

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Il consigliere regionale Vittorio Barazzotto affronta un tema di grande attualità, quello delle morti sul posto di lavoro e parla degli investimenti che andrebbero fatti per evitare che episodi come quello di Franco Rosetta accadano.

«Ieri si sono svolti i funerali di Franco Rosetta, l’operaio morto intossicato sul suo posto di lavoro a Brusnengo. Ho pensato a lui e alla sua famiglia quando, qualche giorno fa, l’intero Consiglio Regionale ha osservato un minuto di silenzio dedicato alle vittime di incidenti sul lavoro. Un brivido mi è corso lungo la schiena quando il Presidente dell’assemblea ha letto i nomi dei 46  lavoratori morti in Piemonte nell’arco dell’ultimo anno. È stato un raro momento di sincera emozione per tutti i consiglieri presenti”.

Il consigliere regionale Vittorio Barazzotto affronta un tema di grande attualità, quello delle morti sul posto di lavoro e parla degli investimenti che andrebbero fatti per evitare che episodi come quello di Franco Rosetta accadano.

“È però in momenti come questo che è necessario mantenere alta la guardia e fare il punto sulla sicurezza dei lavoratori – afferma Barazzotto -. È un atto dovuto di civiltà da parte di tutta la comunità, sociale e politica.Sono tempi in cui gli imprenditori e le aziende non si possono sottrarre alle proprie responsabilità e devono, loro per primi insieme alle isituzioni, promuovere la cultura della formazione e della sicurezza di ogni posto di lavoro.Io certo non mi fermerò alle tre passate interrogazioni che in merito ho presentato agli assessori competenti per sollecitare i giusti investimenti in questo senso, perché la vicenda di Franco Rosetta è stata drammatica, ma poteva trasformarsi in una tragedia collettiva di dimensioni ben più grandi, visti i rischi corsi dagli stessi soccorritori.Dobbiamo dare agli organi competenti i giusti strumenti per puntuali e periodici controlli; dobbiamo favorire l’informazione e la formazione specifica; dobbiamo davvero farci carico di una responsabilità sociale e collettiva affinché il lavoro sia nostra salvezza e non, per qualcuno, la condanna.»

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