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I dipendenti Seab fanno sentire la loro voce

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Una lettera firmata per ribadire la correttezza del proprio operato e allontanare i sospetti  di “raccomandati”.

Una lettera firmata dai dipendenti della Seab per ribadire la correttezza del proprio operato e allontanare i sospetti  di “raccomandati”.

«Siamo un gruppo di impiegati della Seab – si legge nel documento – con sede in viale Roma (e non in via Roma, che a Biella non esiste!) l’Azienda che da qualche tempo compare sui titoli dei giornali per  un presunto giro di assunzioni “poco regolari”.

Facciamo notare come i nostri nomi compaiano in calce alla presente, a differenza di chi decide di scrivere lettere anonime, spacciandosi per impiegati Seab, per timore di esporsi o per scopi poco chiari.

Alcuni di noi sono in SEAB dai tempi della sua nascita, altri sono entrati da un tempo più breve e siamo comunque orgogliosi di far parte di una azienda fra le più grandi del Biellese, che dà lavoro ad oltre 200 persone e che è all’avanguardia in Italia nella gestione dei rifiuti.

L’attivazione della raccolta puntuale nel secondo comune del Biellese, Cossato, ed ora nel nostro Capoluogo, il bilancio positivo, la sobrietà con cui viene quotidianamente gestita l’azienda nell’ottica del bene comune, la fattiva collaborazione con i Comuni, che sono soci e datori di lavoro, per risolvere le numerose criticità, sono testimonianze attive dell’impegno di Seab per effettuare un buon operato in questi anni.

Facciamo parte di un’azienda a partecipazione pubblica e ci rendiamo conto che non possiamo essere completamente separati dalla vita politica e sociale del paese, ma possiamo e vogliamo essere testimoni della trasparenza con cui l’azienda stessa opera.

Proprio per questo ci sentiamo chiamati in causa quando qualcuno che dichiara di far parte del nostro gruppo evoca situazioni poco chiare e nebulose. E fanno rabbia i titoli dei giornali che ci accostano alle arcinote vicende tipiche italiane di nepotismo e assunzioni clientelari.

Siamo certi che la Magistratura arriverà presto ad archiviare questa vicenda, ma vogliamo difendere fin da ora l’operato trasparente di cui possiamo essere testimoni.

Siamo infatti convinti che un clima più sereno sia terreno sicuramente più proficuo per poter lavorare bene, sempre nell’ottica di quel bene comune di cui molti si riempiono la bocca solo per stendere un velo su quelli che invece sono interessi personali o di parte».

Seguono le firme di un gruppo di dipendenti.

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