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“Ho pianto per quei poveri platani”

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Nella giornata di ieri ha avuto inizio l’abbattimento degli alberi che da sempre facevano da cornice a piazza Duomo. Gli abbattimenti riguardano i sette platani (quattro grandi e tre piccoli) situati sul lato nord, lungo la via Duomo, che secondo  quanto comunicato dall’amministrazione dovrebbero essere sostituiti da alberi di dimensioni più piccole. Stessa sorte anche per quelli situati sul lato sud. Dovrebbero rimanere al loro posto invece quelli verso il Seminario,  attorno ai quali verranno però fatte alcune aiuole di contenimento, anche ai fini di limitare le radici che periodicamente rovinano il marciapiede, rendendolo pericoloso.
Ma è stato giusto abbattere quei vecchi alberi? Proprio in agosto, quando pochi se ne accorgono? Per rispondere a questa domanda facciamo nostro un  commento di Anna Dellavalle, apparso sul gruppo Facebook Salviamo il Tracciolino.

Nella giornata di ieri ha avuto inizio l’abbattimento degli alberi che da sempre facevano da cornice a piazza Duomo. Gli abbattimenti riguardano i sette platani (quattro grandi e tre piccoli) situati sul lato nord, lungo la via Duomo, che secondo  quanto comunicato dall’amministrazione dovrebbero essere sostituiti da alberi di dimensioni più piccole. Stessa sorte anche per quelli situati sul lato sud. Dovrebbero rimanere al loro posto invece quelli verso il Seminario,  attorno ai quali verranno però fatte alcune aiuole di contenimento, anche ai fini di limitare le radici che periodicamente rovinano il marciapiede, rendendolo pericoloso.
Ma è stato giusto abbattere quei vecchi alberi? Proprio in agosto, quando pochi se ne accorgono? Per rispondere a questa domanda facciamo nostro un  commento di Anna Dellavalle, apparso sul gruppo Facebook Salviamo il Tracciolino.

C’era una volta un grande architetto che si chiamava Alvar Aalto che piuttosto che sopprimere un INDIVIDUO VEGETALE modificava il suo progetto e lo adeguava al luogo. C’è un grande architetto paesaggista della scuola di Versailles che si chiama Gilles Clement che parla di terzo paesaggio e difende anche i più piccoli INDIVIDUI VEGETALI perché salvaguardano la biodiversita’. Moltissime città in tutto il mondo stanno eliminando orrendi manufatti umani per ridare spazio ad INDIVIDUI VEGETALI e a Biella invece si prendono decisioni come questa. Ieri quando ho visto questo scempio ho pianto. Ho pianto per i poveri platani. Ho pianto perché, mio malgrado, sono complice di un atto arroganteche non avrei mai compiuto. La giustificazione sarà sempre la stessa adottata anche al Piazzo: erano piante malate….. A voi le conclusioni”.

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