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Guardate come sono ridotte le bici parcheggiate alla stazione

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«Non è stato un successo, tutt’altro». Così l’assessore Stefano La Malfa certifica un risultato sotto gli occhi di tutti. A distanza di danni dal debutto, il “bike sharing”, ovvero le biciclette pubbliche a disposizione di chiunque per i spostamenti in città, non ha riscontrato molto interesse.

«Non è stato un successo, tutt’altro». Così l’assessore Stefano La Malfa certifica un risultato sotto gli occhi di tutti. A distanza di danni dal debutto, il “bike sharing”, ovvero le biciclette pubbliche a disposizione di chiunque per i spostamenti in città, non ha riscontrato molto interesse. Il simbolo del fallimento può essere rappresentato dai mezzi, a cui sono state tolte ruote o qualche altro pezzo, melanconicamente abbandonati negli appositi stalli. Un fallimento anche costoso visto che l’operazione è costata almeno 120mila euro e ogni anno per la manutenzione ne vengono spesi altri 8mila. «Era meglio – commento acidamente l’assessore – se le biciclette le avessimo regalate».

Eppure al suo debutto, quasi una decina di anni fa, il “bike sharing” venne salutato da consensi quasi unanimi a seguito dell’esperienza maturata nelle grandi città, soprattutto quelle straniere, Parigi in testa per non parlare poi delle esperienze dell’Olanda dove quelli “strani” non sono i ciclsti ma piuttosto i conducenti delle autovetture.

«Il risultato – continua l’assessore – è sotto gli occhi di tutti. Il servizio non ha mai avuto larga diffusione e dopo i primi tempi in cui la novità aveva suscitato un certo interesse i numeri degli utilizzatori è rimasto sempre limitato».
Secondo i dati diffusi nel corso del tempo gli utilizzatori del servizio sono stati nell’ordine delle decine e oggi arrivano intorno a 30. Considerando che la popolazione  cittadina è 45mila abitanti non si tratta certo di numeri esaltanti.

«Non è facile – continua La Malfa – spiegarne le ragioni. Qualcuno ad esempio pone l’accento sul fatto che Biella è una città che si estende anche sul territorio montano, dunque non agevole per lo spostamento in bicicletta per via della salite. Può anche darsi ma penso che la ragione sia principalmente dovuta alle nostre innate abitudini. Nei Paesi del Nord Europa da sempre la bicicletta è il mezzo principale per lo spostamento in città, a prescindere dalle condizioni meteo, la macchina viene dopo. Da noi è il contrario. E’ un modo di vita diverso, non facile da cambiare».

Il bike sharing venne introdotto quasi una decina di anni fa nell’ambito di un apposito progetto portato avanti a livello regionale. Grazie anche a un apposito sistema informatico centralizzato vi era – e probabilmente  vi è ancora adesso – la possibilità di utilizzare il servizio in qualsiasi località del territorio piemontese utilizzando una tessera unica. Non sappiamo quale sia stato il gradimento nelle altre città ma per quanto riguarda Biella i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

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