Attualità
Grazie cari lettori, è stato un anno straordinario
Lei ha definito il 2017 un anno straordinario per La Nuova Provincia di Biella. Perché?
Siamo uno dei pochissimi giornali in Italia – se non l’unico – che è cresciuto in edicola. Rispetto all’anno precedente le vendite sono salite di oltre il 6%. Se non è straordinario questo…
Lei ha definito il 2017 un anno straordinario per La Nuova Provincia di Biella. Perché?
Siamo uno dei pochissimi giornali in Italia – se non l’unico – che è cresciuto in edicola. Rispetto all’anno precedente le vendite sono salite di oltre il 6%. Se non è straordinario questo…
A cosa crede sia dovuto il risultato?
Alla redazione, ovviamente… Ma anche all’equilibrio che siamo riusciti a creare fra carta, web, social e messaggistica.
Si spieghi meglio.
Le edicole, il sito, Facebook, WhatApp, Telegram, Istagram sono tutte facce dello stesso mondo. Il segreto, a mio avviso, è saper integrare questi canali, facendo in modo che uno supporti l’altro.
Negli altri giornali non succede?
Accade raramente. Sia nelle piccole che nelle grandi testate i giornalisti della carta stampata pensano di essere giornalisti di serie A e tendono a snobbare il web. Così facendo perpetuano un modello di giornale vecchio, che piace sempre meno.
Qual è il modello de La Nuova Provincia di Biella?
Migliaia di copie vendute in edicola. Migliaia di utenti unici sul sito. Migliaia di iscritti alle liste broadcast di WhatsApp. Quarantamila like sulla pagina Facebook. Giornalisti e commerciali capaci di passare senza problemi da un canale all’altro. Utenti che ti amano o che ti odiano, ma che in ogni caso hanno la possibilità di interagire con la redazione, che di tutti gli input – positivi o negativi – sa fare tesoro.
Certo che sul web di critiche ne arrivano…
Molte sono fondate, altre appartengono alla logica del bar sport, dove la maleducazione è di casa. I più ridicoli però sono i nostri nemici politici, legati soprattutto alla sinistra e al cerchio magico del sindaco Marco Cavicchioli. Questi “all line advertiser”, “influencer” “community manager”, “blogger”, “reputation manager”, “seo specialisti”, “web analyst”, “web marketer”, “webmaster”, in realtà sono solo “web-sfigati” che si sono addirittura inventati falsi profili o gruppi anonimi per farci la guerra. Il risultato è quello che ho già detto: +6% in edicola, 20mila utenti unici al giorno, 40mila like su Facebook, 5mila iscritti alle liste brodcast. E loro lì a pietire una poltrona o un lavoro a Cavicchioli o agli altri potenti del Pd…
Adesso però ci dica anche qualcosa di positivo…
Una delle cose di cui più mi compiaccio è il rapporto di collaborazione con newsbiella. I redattori di questo sito sono molto bravi. Sempre sul pezzo, a qualsiasi ora, fanno il miglior giornalismo della città. Lavorare con loro, scambiando informazioni e immagini, è per me un onore.
Ma siete concorrenti…!
I nostri business sono diversi. E, comunque, se uno è bravo resta bravo, a prescindere dalla concorrenza o dal titolo professionale. Guardate il gruppo Facebook di Biellannunci di Massimo Cracchiolo. Gli iscritti sono quasi 65mila! Questa è la vera città che conta, altro che circoli, logge massoniche o clan di vario genere.
Riesce a parlare bene anche dei giornali concorrenti?
Di Eco di Biella sì. E’ un giornale serio e autorevole. Sicuramente il più autorevole del territorio. Un punto di riferimento, un modello per tutti. E poi, ormai facciamo parte della stessa famiglia…
Ci racconti bene questa storia.
La maggioranza di Eco di Biella è stata comprata da una società che è anche azionista della Nuova Provincia di Biella. In sostanza, abbiamo lo stesso editore. Posso però garantire che i due giornali non cambieranno di una virgola la loro linea editoriale. Fra Eco e Nuova Provincia, pur nel rispetto delle reciproche peculiarità, si stanno creando sinergie importanti, a cominciare dal settore commerciale.
E questo cosa significa?
Che entrambe le testate potranno trarre vantaggio dalla reciproca collaborazione. E, soprattutto, mi auguro che questa strategia possa porre un argine al vergognoso dumping operato da Il Biellese.
Scusi? Può ripetere???
Non me ne vogliano i colleghi, ma Il Biellese rappresenta davvero una macchia nel panorama editoriale locale. Questo giornale vive di contributi statali (centinaia di migliaia di euro ogni anno) e ciò stravolge tutte le logiche di mercato. Sono arrivati a vendere le pagine di pubblicità al prezzo di poche noccioline. Intanto poi ci sono i contributi statali, ovvero i denari del solito Pantalone…
Come pensa si possa risolvere questo problema?
Sarà il mercato, come già sta avvenendo, a risolvere il problema, nonostante le storture di una legge – voluta dal governo Renzi – fatta apposta per sostenere l’editoria cattolica. Il Biellese è un giornale ripiegato su se stesso, venduto a un target poco interessante per il mercato pubblicitario. Mi sembra incredibile che un imprenditore geniale come Paolo Lavino, amministratore delegato de Il Biellese, per compiacere i vertici della Curia, abbia potuto trasformare quella storica testata in una sorta di puttana al servizio dei potenti, che vive della beneficenza dello Stato e che considera il web una cosa da cuocere alla griglia e da accompagnare al ketchup…
Altre cattiverie da dire?
No, basta… Buon Natale a tutti! PS Il web provatelo anche con la maionese, è buonissimo…
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