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Gigi Riva “su mannu” / il grande”, ci ha lasciati

L’omaggio del circolo Su Nuraghe

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“tronos de chelu” tuono del cielo, noto come, “rombo del tuono” dai più, è dedicata la poesia di Nicola Loi, A Gigi Riva “su mannu” / Tronos de chelu, reposa in paghe” – A Gigi Riva “il grande” / Tuono del cielo, riposa in pace”Otto quartine appositamente composte dal Poeta di Ortueri (Nuoro) alla notizia della sua dipartita e fatte pervenire a “Su Nuraghe” di Biella. Verranno inserite nell’antologia di i testi del prossimo appuntamento (martedì 30 gennaio 2024) con il Circulo sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina): laboratorio linguistico transoceanico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, per imparare a leggere e a scrivere in lingua materna contemporanea; testi presentati nella traduzione di Gabriella Peddes di Tonara, con la revisione di Roberto Perinu.

Ha fatto grande la Sardegna

Il nome di Gigi Riva ha fatto grande la Sardegna attraverso “su Casteddu”, “il Cagliari”; grazie a lui, “il più grande di tutti. Senza confronti o possibili paragoni. Il più forte attaccante italiano della storia. E uno dei più micidiali cannonieri che siano mai esistiti.” Parole che rimbalzano nelle cronache odierne e che ben ritraggono i sentimenti di dolore e di orgoglio alle quali fanno eco sui social quelle della tifoseria di “Su Nuraghe” di Biella, espresse in rima da Nicola Loi: “Fis e ses oe in totu sos coros,/ Unu fizu fidele de Sardigna. / Che sa bandera de sos bator moros / Ses pro sos Sardos una vera insigna” con cui principiano i versi endecasillabi di Nicola Loi. Vale a dire: “Eri e sei oggi in tutti i cuori, / un figlio fedele di Sardegna, / come la bandiera dei quattro mori, / sei per i Sardi una vera insegna.”

Molti ricordano ancora la sua visita a Biella nel 1979 al Circolo sardo appena nato. Nella sede sociale fa bella mostra di sé la mitica maglia con il numero 11. Così, anche “In donzi domo su tou retratu, / Che una Deidade venerada”. Ossia: “in ogni casa il tuo ritratto, / come una Divinità venerata.” Come per i miti, il suo ricordo resiste : “No ti cuat sa morte traitora, / Chi at mortu a unu chi no morit mai”“non ti nasconde la morte traditrice, / perché ha ucciso uno che non muore mai.”

Con parole fuori dal testo, ancora scrive il Poeta: Custa fit sa “finale” de su mundu, / Chi fit abberu s’ultima partida. / Totu sos Sardos istrintos a tundu, / Cun tristura ti dant sa dispedida”“Questa era la “finale” mondiale, / era davvero l’ultima partita. /Tutti i Sardi stretti in cerchio, / con tristezza di danno l’ultimo saluto”.

Battista Saiu

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