Attualità
Forno crematorio degli orrori – Cessate d’uccidere i morti
Forno crematorio degli orrori – Cessate d’uccidere i morti.
Un nostro lettore, Massimo Tescari, esprime tutto il suo sdegno per la vicenda del tempio crematorio che ha duramente colpito la città di Biella. (leggi qui i particolari della vicenda)
La lettera
Egregio Direttore,
Giuseppe Ungaretti scriveva “Cessate d’uccidere i morti”, e quei versi mai come oggi sono di una attualità sconvolgente. Mi riferisco alla vicenda del forno crematorio, e fatte salve le dovute garanzie, se verrà provato nelle aule di giustizia che i reati iscritti, ed altre ipotesi di reato che dovessero emergere in ragione dell’operato di coraggiosi e seri penalisti che ben conoscono le procedure penali, coadiuvati da tecnici di un certo spessore, e gli “attuali” indagati fossero colpevoli, vorrà dire che la morte fu stuprata.
Ora, virtù del fatto che i morti non parlano, ritengo sia compito dei vivi (me compreso) dar loro una voce, e far sentire l’urlo straziante che grida giustizia nel nome di un “popolo” fatto di mogli, mariti, padri, madri, sorelle, fratelli, che hanno il dovere morale di agire nonostante la imperante disinformazione. Atti, che sarebbero di una gravità tale e che sarebbero stati compiuti oltre ogni “umana” immaginazione, per motivi lucrativi, frodando i loro ignari clienti e per giunta come nel mio caso, in un momento di straziante dolore causato dalla morte di mia sorella.
Denaro, che non avrebbe nulla di “paradisiaco”, ma piuttosto, una vestizione dantesca perché sporco delle ceneri, delle ossa e di quei resti che in parte sarebbero stati mischiati ad altri e/o smaltiti nei sacchi della spazzatura e scatoloni con il bene placito di persone che sarebbero coinvolti nelle pratiche di smaltimento. Si, perché i corpi esanimi dei defunti, sarebbero stati spogliati della propria umana e terrena dignità, utilizzando strumenti di tortura medioevale, certi del fatto che le vittime non avrebbero certamente proferito alcun lamento, alcun urlo straziante di dolore, e tutto ciò per il “Dio” denaro, e se così fosse, questi atti avrebbero ferito in modo indelebile le anime non solo di quei morti, ma anche gli affetti di migliaia di persone ed il buon ricordo che costoro custodivano dei propri amati defunti, e tutto ciò sarebbe orribile ed inaccettabile.
Io penso, sia necessario riflettere sul senso di ciò’ che parrebbe essere accaduto e di chiederci se, in fondo, non sia tutto così “normale” che in una società che non rispetta i vivi non possa poi rispettare anche i propri morti. Ora, fatte salve le debite garanzie per gli indagati, questa vicenda profumerebbe, “se così si puo’ dire”, di un passato nefasto, in cui i corpi martirizzati degli ebrei uccisi dai Nazisti furono anch’essi struprati ed ammassati nei forni crematori o gettati con disprezzo nelle fosse comuni, con modalità non molto distanti da quelle che sarebbero state utilizzate in questa terribile vicenda.
Esprimere un giudizio morale e lo sdegno per questa vicenda e rispetto a tutti i mercanti che trattano i morti “fottendosene” della loro sacralità e del dolore che dilania i familiari, e’ non solo un dovere morale ma e’ necessario. La vita, come la morte ed il senso di quelle rime struggenti di Ungaretti, stanno a significare proprio questo, i corpi dei morti debbono essere rispettati e non uccisi, perché la morte ci pone tutti sullo stesso piano, però una delle cose che ci distingue l’uno dall’altro e’ il rispetto della vita ma anche e soprattutto il rispetto per la morte stessa che è alla base della cultura umana.
Penso agli antichi Egizi, che cercavano di conservare i corpi perché sopravvivessero nell’Aldilà, ai greci, che lavavano e profumavano i corpi dei loro cari, agli etruschi, che ricoprivano le pareti delle tombe con pitture raffiguranti il defunto ad un grande banchetto presieduto dagli Dei ed ai romani, che custodivano in casa le maschere di cera dei propri antenati e ne invocavano la protezione, proprio come le urne custodite da molti familiari coinvolti in questa vicenda, me compreso. Per mero spirito narrativo, utilizzando come d’obbligo il condizionale, vorrei citare altre vicende che parrebbero essere simili alla vicenda in oggetto, e queste si’ sono realmente accadute perché provate in giudizio in un recente passato in Italia e ne darò un breve cenno al fine di stimolare le coscienze delle persone che hanno la spudoratezza di ritenere che queste orribili vicende non possano mai essere accadute nel nostro paese.
Vicende, in cui soggetti privati e pubblici furono condannati per reati similari a quelli iscritti alla Socrebi ed agli indagati, e di cui ribadisco non vi è’ alcuna certezza di colpevolezza fino al terzo grado di giudizio, ci mancherebbe altro, e quindi fino a prova contraria gli è dovuto il nostro rispetto nella speranza però che lo stesso rispetto sia stato da costoro dato a tutti i nostri cari defunti. Più specificatamente: Comune di Massa, condanna e risarcimento ai familiari delle vittime. Roma, dove i giudici indagarono su diverse salme “dimenticate” nelle casse da morto in un magazzino per due anni mentre i parenti portavano “mazzi di fiori” al camposanto convinti che le ceneri dei familiari stessero definitivamente riposando in quel luogo. Padova, dove furono sequestrate le ceneri di tre persone buttate tutte insieme nello stesso contenitore dagli addetti alla cremazione di una ditta che si vantava d’avere ottenuto il riconoscimento di controllo di qualità “Iso 9000”. Segrate, dove sono state trovate otto casse contenenti ceneri mischiate di chissà quanti defunti e ottanta casse zincate con i resti ossei di centinaia di corpi ormai derubati totalmente della loro identità.
È successo anche a Mirteto a Prato a Collecchio, Roccastrada, Vignola, Fornovo, Parma, Piacenza e, insomma, un po’ in tutte le località in cui una delle aziende più coinvolte aveva ottenuto gli appalti per le cremazioni. Fidenza, dove la società aveva ammassato in 60 sacchi dell’immondizia una tale quantità di ceneri di cui si stimo’ “appartenere a circa 2 mila corpi cremati”. Parrebbe esserci quindi una sorta di macabro vizietto nazionale per il quale le autorità dovrebbero intervenire con controlli mirati per porre fine, anzi una “morte” senza lode, senza onore e con molta infamia e ci mancherebbe altro.
Inoltre, vorrei indicare che le spoglie di mia sorella Paola morta il 22/08/2018 furono affidate alla ditta Socrebi ed in virtù di quanto ho precedentemente scritto, il mio atteggiamento rispetto agli indagati vuol essere assolutamente garantista, ci mancherebbe altro, previo il fatto però che senza alcun dubbio sporgerò querela e farò analizzare le ceneri contenute nell’urna, al fine di verificare la natura delle stesse e se quest’ultime siano effettivamente di mia sorella o meno.
Detto questo, con la viva speranza che gli indagati siano innocenti e che questa vicenda parafrasando quanto avrebbe indicato il Sig. Ravetti e riportato su un giornale locale, sia “tutto una sceneggiata” e che la sceneggiatura sia stata il frutto di mera fantasia indiziaria, e che la Procura abbia preso una clamorosa cantonata, tutto ciò significherebbe che le spoglie di mia sorella e di tutti gli altri defunti non furono oggetto di uno stupro e la ditta Socrebi potra’ riprendere le proprie normali attività imprenditoriali e qual’ora gli venga concessa la autorizzazione dagli entri preposti, addirittura implementare la struttura e la produzione crematoria con un secondo forno.
Inoltre, vorrei dirvi che mia sorella si rivolge a me, alla mia famiglia ed ai miei amici con tutto il suo amore e delle volte la sogno che mi guarda sorridente, perché al di là della giustizia nei tribunali, secondo gli antichi greci le persone malvagie che non portavano rispetto a un defunto venivano perseguitati più che dalla giustizia umana dalla propria anima fino a renderli pazzi, e se gli imputati dovessero essere condannati, li invito a riflettere sulla propria esistenza e sul senso della stessa per trarne le debite conseguenze proprio come ho riflettuto io a causa di questa vicenda ed in virtù della prematura morte di mia sorella.
Con la speranza di vivere molto a lungo per poter godere fino in fondo delle mie umane, molte e sanissime debolezze oltre agli innumerevoli piaceri della vita, con affetto mi rivolgo a tutti i familiari che loro malgrado come me sono stati coinvolti in questa terribile vicenda, con l’augurio che giustizia sia fatta, e che emergano tutte le verità qualunque esse siano e che possano coincidere con le verità “processuali” e che vi sia una piena condanna o una piena assoluzione.
Concludo questa lettera, indicando, che “nel caso” di una mia morte prematura (facendo i debiti scongiuri!!!) prima che il terzo grado di giudizio abbia avuto esito e che siano definitivamente rivisti i termini per la prescrizione dei reati, vorrei pubblicamente indicare che gradirei essere serenamente cremato presso una struttura Elvetica (Lugano o Ginevra) alla tassativa presenza di un notaio, dei miei familiari ed amici (non si sa mai!!!) perché in Italia a quanto pare non c’è’ pace nemmeno per i morti, ed i morti e’ vero non possono ne parlare ne testimoniare (e nel caso difendersi e sporgere querela) se non nei nostri sogni o nei nostri incubi peggiori ed in tal caso, perseguitarci anche dall’aldila’ per il resto della nostra vita sino al giungere della nostra ineluttabile morte.
Massimo Tescari
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