E venne il giorno in cui tutto fu come prima

E venne il giorno in cui il vento cambiò e come per incanto, ciò che non andava bene prima, magicamente divenne una priorità dopo. E venne il giorno in cui, rifare via Lamarmora era un’azione indegna (con il voto contrario di Fratelli d’Italia e Lega seduti ai tempi sui banchi dell’opposizione) e in un lampo si trasformò in una mossa geniale degna dei migliori architetti (con i selfie a sostituire il pranzo stile Aiazzone).
E venne il giorno in cui un semaforo guasto (oggetto di derisione nei confronti della vecchia giunta piddina) divenne una cosa da poco conto per i nuovi, perché ci sono problemi più importanti.
E venne il giorno in cui “quando ci saremo noi la prima cosa che faremo sarà demolire la pista ciclabile di via Cernaia” e invece dopo nove mesi eccola ancora lì, inutile e poco utilizzata come non esistesse, ma esiste.
E venne il giorno in cui “gli altri” decisero di cambiare la funicolare, con le conseguenze che tutti conosciamo, poi arrivarono i nuovi millantando soluzioni e sanzioni, videoconferenze, eppure ancora si ferma.
E venne il giorno in cui diventammo famosi in tutta Italia per i motivi che sappiamo, mentre gli altri restarono a guardare facendo tiepida opposizione quasi per non disturbare.
E venne il giorno in cui ci rendemmo conto che alla fine per noi comuni mortali le cose non sarebbero davvero cambiate, semplicemente avremmo avuto più informazioni, più selfie, più promesse, più proclami, più tutto di niente, più niente di tutto.
E venne il giorno in cui attori diversi dello stesso film presero il posto dei vecchi, pronti a farci sognare, ma come nella migliore tradizione, con il medesimo finale scontato, anzi a prezzo maggiorato, a partire dai parchimetri per arrivare alla Tari con leggera deviazione verso le sale slot.
E venne il giorno in cui tutto fu come prima, solo più pubblicizzato.

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