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Donatelli racconta la bufala della sua scomparsa

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A distanza di qualche giorno, scherza ripensando alla surreale vicenda: “Mi hanno trovato le unità cinofile…”.

«Mi hanno ritrovato le unità cinofile – afferma ridendo Luciano Donatelli, imprenditore biellese, 67 anni, dirigente di punta del Gruppo Zegna ed ex presidente dell’Uib e della Fondazione Museo del Territorio -. Martedì mi trovavo a Milano ad Expo con Confindustria per la trattativa del passaggio di proprietà del marchio Bikkembergs. In tarda mattinata sono rientrato a Biella, ma poi sono dovuto tornare nel capoluogo lombardo e sono rincasato solo in tarda serata, verso le 23. Stavo cenando da solo, dato l’orario, quando ho ricevuto la prima telefonata degli amici preoccupati. Era la vicina che, informata dal figlio della mia falsa scomparsa, ha notato la mia macchina rientrare e voleva accertarsi delle mie condizioni. Da lì in poi le telefonate degli amici preoccupati si sono susseguite senza sosta fino alle due di mattina».

Luciano Donatelli non era solo stato dato per disperso, ma anche per suicida. «Sono poi andato a controllare su Facebook, dove era apparsa la notizia – continua Donatelli -, e ho effettivamente trovato la mia foto con l’avviso di controllare sotto i ponti. Ci sono rimasto un po’ secco. Con l’aiuto di un amico, più esperto di me nell’uso del social network, ho dato la smentita con un “post in bacheca” e contattando l’artefice della bufala, che si è scusato ed ha provveduto subito a correggere il suo errore. Ringrazio tutte le forze dell’ordine, tra cui, in particolare, le unità cinofile, per essersi mobilitati nelle mie ricerche. Mi dispiace parecchio per lo spavento che la falsa notizia ha provocato ai numerosi amici che hanno cercato di accertarsi delle mie condizioni e soprattutto per mia figlia, che non riusciva a contattarmi, dopo esser venuta a conoscenza della mia “scomparsa” dai carabinieri, a causa delle continue telefonate che ho ricevuto. Sono rimasto stupito della velocità con cui la notizia falsa si è divulgata in rete. Se nella carta e nella televisione c’è un minimo di controllo, sotto questo punto di vista, nel web le notizie volano più velocemente e a maggiori distanze. Ancora adesso ci sono molti amici che da Roma, dalla Germania o dagli Stati Uniti mi chiamano preoccupati per sapere se quello che hanno letto è vero e per accertarsi delle mie condizioni di salute. Meno male che non era mercoledì, altrimenti sarei finito probabilmente su “Chi l’ha visto”».

Una vicenda che fortunatamente non ha provocato danni e si è risolta anche grazie alla filosofia di Donatelli nel trattare la falsa notizia.

Mario Monteleone

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