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Crolla il mito del Circolo Sociale

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Addio vecchio e glorioso Circolo sociale. Il salotto più esclusivo della città si trasforma in ristorante. Sabato prossimo i soci saranno chiamati ad approvare la modifica dell’articolo 17 dello statuto, quello che impedisce l’accesso al pubblico, se non dietro rigoroso invito. L’obiettivo è appunto quello di aprire le porte a tutti, almeno nel fine settimana.

Addio vecchio e glorioso Circolo sociale. Il salotto più esclusivo della città si trasforma in ristorante. Sabato prossimo i soci saranno chiamati ad approvare la modifica dell’articolo 17 dello Statuto, quello che impedisce l’accesso al pubblico, se non dietro rigoroso invito. L’obiettivo è, appunto,  quello di aprire le porte a tutti, almeno nel fine settimana.

La clamorosa novità è legata al cambio di gestione. Davide Moises e Roberto Gallo, che dieci anni orsono sostituirono il mitico Romeo, hanno rassegnato le dimissioni. A loro dovrebbe subentrare  Franco Ramella, che ha però posto delle condizioni. La più importante è proprio quella di consentire nei fine settimana l’ingresso al ristorante anche a chi non è iscritto al Circolo.

Crolla un muro, dunque.  Le ovattate stanze di piazza  Martiri rischiano di essere invase da orde di clienti famelici, muniti di stuzzicadenti e squillanti telefonini che fanno bella mostra sui tavoli… Scherzi a parte, si tratta di una vera e propria rivoluzione, che rischia di creare profonde divisioni fra i soci. Non tutti, infatti, sembrano favorevoli alla novità, che invece viene difesa a spada tratta dal presidente Pier Marco Ferraresi. Lo stesso presidente però avrebbe affermato: «Se non passa la modifica dello Statuto mi dimetto».

Inutile dire che le resistenze maggiori arrivano dai vecchi soci, quelli più tradizionalisti, a detta dei quali aprire le porte significherebbe la morte del Circolo.

«Dovete spiegarmi – dice  uno di questi – che senso avrebbe ancora spendere 450 euro di quota per accedere ad un locale dove ci possono andare tutti. Il Circolo è nato proprio per essere un luogo esclusivo al quale  si può essere ammessi solo con il gradimento di tutti. Se viene a mancare questo requisito, viene a mancare il presupposto per l’esistenza del Circolo. Dicono che noi soci avremo comunque la precedenza sui clienti esterni. Che bella soddisfazione. Questa cosa mi fa proprio ridere. Spero vivamente che la modifica dello Statuto non passi, in caso contrario credo proprio che non rinnoverò la tessera».

Tra l’altro, dietro alle dimissioni dei vecchi gestori c’è un piccolo giallo. Il presidente, infatti, sostiene di avere fatto di tutto per trattenerli. Voci di corridoio, invece, affermano il contrario. A Moises e Gallo non sarebbe arrivata alcuna proposta da Ferraresi che, invece, accompagnato dal past president Mancini, sarebbe corso subito da Ramella.

Il cambio di gestione al Sociale creerà una sorta di Risiko dei ristoranti. Moises e Gallo hanno già deciso di rilevare il Circolo Italia di via Rosselli, mentre Ramella sembra intenzionato a lasciare il ristorante del chiostro di San Sebastiano. In ogni caso, fra i ristoratori cittadini c’è già un certo allarme. L’idea che anche il Circolo Sociale si metta a fare concorrenza in un mercato già asfittico piace poco.

mdn

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