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Cresce l’allarme per l’arretramento dei ghiacciai sul Monte Rosa
Anche il TG1 ha affrontato il problema con un ampio servizio
Sul Monte Rosa cresce l’allarme per l’arretramento dei ghiacciai. Anche il TG1 ha affrontato il problema con un ampio servizio.
Sul Monte Rosa cresce l’allarme per l’arretramento dei ghiacciai
Il caso è stato trattato in prima serata qualche giorno fa, dopo che Alagna e il Monte Rosa erano stati teatro della settima edizione di Climbing for Climate. Un evento promosso dalla Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile (Rus).
L’iniziativa si è conclusa con una forte partecipazione e momenti di grande impatto simbolico. Ha portato sul Monte Rosa rettori, delegati, studiosi e cittadini, insieme a enti locali e associazioni, per testimoniare la crisi climatica in quota e lanciare un messaggio di azione condivisa. Alagna Valsesia e il ghiacciaio di Indren sono stati teatro di due giornate di cammino, confronto e consapevolezza ambientale.
L’Indren arretra
«Le escursioni – spiegano i promotori – sono state realizzate con il supporto del Cai e delle Guide alpine di Alagna. E hanno permesso di osservare da vicino gli effetti visibili del cambiamento climatico salendo fino ai 3600 del ghiacciaio Indren e constatandone le pesanti perdite di massa».
Tra i momenti più significativi, l’intervento di Daniele Barbone, amministratore delegato di Acqua Novara Vco. Che ha presentato lo stato dell’acqua nei territori del Piemonte Orientale come specchio diretto della crisi climatica. “Gestire l’acqua in un clima che cambia: sfide e strategie di resilienza territoriale” è stato il titolo della sua riflessione. Ha messo in luce come l’acqua, che un tempo era elemento di equilibrio, stia oggi diventando un punto critico.
Il Belvedere perde 2,5 milioni di metri cubi all’anno
Barbone ha ricordato che assistiamo a «lunghi periodi di siccità alternati a piogge estreme, zero termico in risalita anche sulle vette più alte. E infrastrutture nate per un clima ormai superato. Questi i segnali chiari del cambiamento in atto».
E ha quindi condiviso dati impressionanti: sul ghiacciaio del Belvedere (sul versante di Macugnaga del Rosa), la scorsa estate si sono registrate temperature oltre i 30 gradi a 1.900 metri. Il ghiacciaio perde ogni anno 2,5 milioni di metri cubi di ghiaccio (l’equivalente di 1.000 piscine olimpioniche, per capirsi) e arretra di circa 20 metri.
«Davanti a questi segnali, Acqua Novara Vco ha scelto di agire. E’ stato varato un ambizioso piano di investimenti da 565 milioni di euro e dato il via ad un percorso che punta su adattamento climatico, innovazione, alleanze con università e istituzioni. E coinvolgimento attivo dei cittadini».
La possibili soluzioni
Il messaggio del Climbing for Climate è chiaro: la montagna è una maestra da ascoltare. «Le proiezioni parlano chiaro – spiegano -. Entro il 2050, le Alpi potrebbero perdere fino al 65 per cento della massa glaciale anche in scenari mitigati».
Ma l’iniziativa ha anche mostrato che esistono soluzioni: dalla gestione partecipata delle risorse idriche, all’educazione ambientale, al turismo sostenibile. «L’alleanza tra ricerca, educazione, comunità e imprese è l’unica via per costruire territori resilienti e capaci di adattarsi. La crisi climatica non è più solo un tema scientifico: è una sfida collettiva. Serve agire ora, agire tutti».
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