Attualità
Corradino: “Per qualche botto a capodanno non muore nessuno”
Sono innumerevoli gli slogan che si leggono sui giornali, si vedono per televisione e sui social. “No ai botti di fine anno. Chi ama gli animali non li sostiene”.
Sono innumerevoli gli slogan che si leggono sui giornali, si vedono per televisione e sui social. “No ai botti di fine anno. Chi ama gli animali non li sostiene”.
Ora non si sa il perchè, ma il sindaco di Cossato Claudio Corradino i botti li vieta durante l’arco dell’anno ma li ammette invece per la sera del 31 dicembre.
Solamente due ore di botti e scoppi di raudi e petardi. «Per così poco tempo non sono dannosi a nessuno». Così esordisce il primo cittadino.
«Per spaventare a morte un cane oppure un gatto non c’è una tempistica ben precisa, un’ora oppure mezza giornata» spiega la veterinaria Valentina Bruson.
Secondo il parere dell’esperta le esplosioni sono molto dannose per i timpani dei nostri amici a quattro zampe: «La sensibilità auditiva degli animali è di tanto maggiore di quella dell’uomo. Non è detto che le esplosioni creino necessariamente danni ai timpani dei nostri amici a quattro zampe, ma sicuramente ne causano a livello psichico fino ad esporli anche a vere e proprie crisi di panico ed infarti». A seguito della decisione di Corradino non si sono fatte attendere le reazioni da parte del gruppo di minoranza: «Anche per il 2016, – -spiega il capo gruppo del Pd Marco Barbierato – arriva la solita ordinanza a firma Corradino che consente di sparare i botti entro una certa fascia. Anche questa volta non possiamo fare a meno di chiederci cosa renda i botti meno dannosi per gli animali (e le persone) in quelle poche ore. Magia? Imposizione delle mani del sindaco? Cossato da tempo ha detto “no” allo scoppio di botti e petardi lungo tutto l’anno. Perchè mai derogare a questa decisione una volta all’anno e per poche ore? Davvero questa ordinanza è giustificata? A noi sembra completamente illogico, e anche un po’ ipocrita. Faccia un atto di coraggio, il sindaco. Li consenta tutto l’anno – conclude Barbierato – a questo punto. Almeno ci sarebbe coerenza».
Mauro Pollotti
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