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Circolo Tavo Burat: sul Brich di Zumaglia un disastro amministrativo

La lettera aperta di Daniele Gamba sulla questione

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brich di zumaglia chiuso al pubblico

Circolo Tavo Burat: sul Brich di Zumaglia un disastro amministrativo

Circolo Tavo Burat: sul Brich di Zumaglia un disastro amministrativo

Dal presidente del Circolo Tavo Burat riceviamo e pubblichiamo un intervento.

Caro direttore

dal 13 di agosto il Brich di Zumaglia è chiuso, nessuno può accedere.
Le sollecitazioni del Sindaco di Zumaglia – già nel 2022 – e di un appassionato gruppo spontaneo di cittadini
a fine 2023 sul progressivo degrado della riserva naturale non sono riuscite ad ottenere provvedimenti
urgenti di manutenzione ordinaria e straordinaria del verde.
Non solo il transito in alcuni tratti si è ridotto a causa dell’espansione della vegetazione e il conseguente
dissesto dei camminamenti, ora gli accessi sono inibiti per i rischi di caduta alberi. Rischi di caduta, si badi
bene, ben valutati e noti prima dell’affidamento al gestore (erano stati valutati con una perizia redatta del Dr.
forestale Barbonaglia nel 2020, ai fini propedeutici per la redazione dei bandi).
Il gestore incaricato, sottoscrivendo convenzione e verbale di consegna dei beni, si era impegnato nella
manutenzione ordinaria e straordinaria, nel garantire la sicurezza con particolare riguardo alle situazioni del
maltempo ed aveva dichiarato di essere a “conoscenza delle condizioni dei beni in cui si trovano”.
Alcuni pubblici amministratori hanno cercato di addebitare più alle avversità atmosferiche quanto invece
deve essere ricondotto principalmente alle non lungimiranti scelte amministrative, ad una gestione
inadempiente gli obblighi di concessione ed infine alla tardività ed inefficacia dell’azione di controllo
sull’operato del gestore.
Riavvolgendo il film di tutta questa vicenda si può tranquillamente affermare che se si fossero accolte le
contenute richieste avanzate da Teatrando di modifica delle condizioni economiche di convenzione (alcune
migliaia di euro anno) si sarebbero risparmiati i costi che ora stanno lievitando per recuperare 5 anni di
scarsa manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre ai costi sostenuti per la gestione dei tanti bandi andati
deserti e del contenzioso con l’attuale gestore.
Chi si era illuso, con l’affidamento diretto, di trovare una soluzione meno onerosa per la gestione della
riserva avrà mai il coraggio di ammettere i propri errori ? Parrebbe proprio di no.
Nel dare notizia della partecipazione ad un bando regionale per la riqualificazione della riserva naturale (un
finanziamento fino a 200.000 euro) il Presidente della UMVC ha per la prima volta dichiarato che “la
riserva si presenta in condizioni di degrado elevato”, degrado che non ha mai riconosciuto precocemente
con controlli puntuali e nemmeno quando a denunciarlo erano i cittadini. Non ritenne neppure di dare

risposta alla richiesta di Legambiente del 27/12/2023: la correttezza istituzionale è – evidentemente – un
optional.
Contestualmente Crovella ha subito chiarito il suo scarso interesse per il Brich precisando , qualora l’istanza
fosse accolta, che l’accettazione del finanziamento è subordinata al reperimento di ulteriori risorse per
assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria nei prossimi 20 anni, requisito del bando, per circa
45.000 euro l’anno.
Un onere – il reperimento di risorse – che spetterà alla Commissione istituita (ma parzialmente composta a
causa delle divergenze sulle ordinanze di divieto di accesso) dove la grana verrà sbolognata alle due
amministrazioni territorialmente interessate, Zumaglia e Ronco Biellese, come se il problema fosse solo loro.
Se questi falliranno, come è evidente nelle attese del Presidente della UM, la responsabilità del disastro Brich
di Zumaglia verrà scaricato su altri.
Da buon Ponzio Pilato Crovella, sostanzialmente, si lava le mani per quanto concerne il contenzioso con
Manifacture60 affermando “non ritengo corretto entrare nel merito dal momento che la valutazione spetta ai
legali incaricati”.
Di responsabilità politiche-amministrative su questo fallimentare affidamento meglio non trattare per non
ammettere i propri errori.

Daniele Gamba

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