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“Cinghiali, porcastri e porcherie”

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Nei giorni scorsi, Legambiente, Aspa,Nata, Lipu, Rifugio degli asinelli, Leal, Meta e Aipb,  hanno appreso dai giornali che la Provincia di Biella sta attuando un nuovo “piano di contenimento dei cinghiali”, ancora una volta senza coinvolgere effettivamente chi si occupa di ambiente e salvaguardia del territorio, ma sempre discutendo esclusivamente con chi ha un interesse diretto ma improprio – l’incremento di esercizio della propria passione – ovvero i cacciatori.

Nei giorni scorsi, Legambiente, Aspa,Nata, Lipu, Rifugio degli asinelli, Leal, Meta e Aipb,  hanno appreso dai giornali che la Provincia di Biella sta attuando un nuovo “piano di contenimento dei cinghiali”, ancora una volta senza coinvolgere effettivamente chi si occupa di ambiente e salvaguardia del territorio, ma sempre discutendo esclusivamente con chi ha un interesse diretto ma improprio – l’incremento di esercizio della propria passione – ovvero i cacciatori.

“Il nuovo programma d’intervento – prosegue il comunicato  – si limita al mero aggiornamento delle linee guida che hanno istruito le precedenti e fallimentari azioni di contenimento.  Il Presidente della Provincia, l’avvocato E. Ramella Pralungo, paventa esclusivamente l’incremento delle azioni di caccia, autorizzando, se necessario, anche l’operatività di squadre di cacciatori provenienti da fuori provincia, ritenendo, purtroppo, che  lo sterminio totale degli ungulati  sia l’unica e più efficace strada per risolvere il problema, ignorando le esperienze intraprese in altri territori, i risultati (fallimentari) ottenuti con i piani di abbattimento e senza prendere in considerazione le possibili tecniche “alternative” per il contenimento della fauna.L’inefficacia e le conseguenze devastanti di questi metodi di azione sono invece noti ed evidenti, anche nel biellese; ed è francamente improbabile che il Presidente della Provincia non ne abbia conoscenza. Sfortunatamente i cacciatori anche nel biellese, cosi come a livello nazionale, rappresentano un buon bacino di voti. E’ facile cavalcare l’onda emotiva dell’opinione pubblica molto condizionata dalla cronaca – sovente scandalistica, per ragioni di mercato – che dipinge i cinghiali come mostri alieni e  Noi  viceversa riteniamo che una pubblica amministrazione abbia il dovere di informarsi ed informare correttamente: dovrebbe sapere e far sapere che la caccia è la prima vera causa della proliferazione, dovrebbe comunicare all’opinione pubblica, studi scientifici alla mano, che la caccia, e in particolare i piani d’abbattimento, non solo fanno aumentare la prolificità di questi animali, ma sono anche responsabili dell’aumento degli sconfinamenti: infatti i cinghiali, spinti dai cani fuori dalle aree boschive, invadono le strade e raggiungono con più frequenza i centri abitati, causando gli incidenti puntualmente riportati dalle cronache locali; risulta evidente, in quest’ottica, lo spostamento delle responsabilità di tali episodi sulle battute di caccia (tali episodi, guarda caso, tendono ad aumentare durante i periodi di caccia). Dovrebbe informare che le specie presenti sul territorio, sono un ibrido reso più prolifico a scopo venatorio: qualcuno infatti li definisce porcastri. Come dunque può essere considerata “soluzione” quanto, invece, va annoverato tra le “cause” ? Perché, visti i precedenti e scarsi risultati, si decide di insistere nelle stesse “soluzioni” che in realtà hanno ingrandito il problema?L’argomento preferito dalla politica per giustificare/condividere queste “porcate”, giusto per rimanere in tema, è l’emergenza, la quale consente di accantonare – non trattare – molte problematiche”.

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