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Chiude la storica cartolibreria Di Pietro a Cossato

Corrado ricorda la storia dell’attività avviata da suo padre Ferdinando

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chiude la storica cartolibreria di pietro

Chiude la storica cartolibreria Di Pietro a Cossato. A fine giugno il titolare Corrado Di Pietro abbasserà la serranda per sempre.

«Non so cosa ne sarà del negozio, ma si trova in una buona zona di Cossato, di recente rinnovata, qualcosa ci faranno – dice -. L’attività è iniziata con papà Ferdinando, classe 1925 e mancato nel 2014. Nella sede attuale ci siamo trasferiti nel 1973. Prima ci trovavamo sempre in via Mazzini, ma un centinaio di metri più in là, al civico 21. E prima ancora papà aveva aperto un chiosco in muratura e in legno proprio accanto a dove ci troviamo oggi, in cui attualmente c’è una pizzeria».

Chiude la storica cartolibreria Di Pietro a Cossato

«Al posto del condominio in cui ci troviamo, un tempo c’era la stazione del treno – aggiunge -. Mio padre inizialmente aveva lavorato in municipio a Cossato, poi era stato alla “Manifatture Gallo”, con il ruolo di factotum. Si occupava delle commissioni, faceva il fattorino e andava con gli operai a ritirare le balle di lana che arrivavano alla stazione del treno. Nello stesso periodo aveva provato ad avviare il chiosco. In precedenza aveva tenuto la contabilità del giornalaio che c’era in precedenza, l’Antonioli. Ci teneva ad avere i giornali, ma non glieli avevano dati perché le licenze erano contingentate. Aveva allora puntato sulla cartoleria. Erano i primi anni Cinquanta».

Tu, Corrado, quando sei subentrato?

«Io sono nato nel 1960 e ho iniziato nel 1980 – prosegue -. Sono 45 anni di lavoro e adesso posso dire che basta e avanza. Ho ricordi dell’alluvione del 1968. In via Mazzini, davanti al negozio, la strada era un fiume. Dovevamo spazzare fuori l’acqua».

Quindi ora hai deciso di chiudere.

«Basta, basta lavoro. Vedi la vita com’è? Guarda l’Eleonora Giorgi, a 71 anni è già mancata, e tanti che conoscevo, con cui sono cresciuto, ci hanno già lasciati. Il problema è che da me vengono le mamme, con i figli che frequentano le scuole superiori, a fare gli abbonamenti per il bus. Le stesse che erano già mie clienti da ragazze. Non voglio arrivare alle nonne, altrimenti vuol dire che faccio parte della mobilia».

Cessata l’attività, come trascorrerai le tue giornate?

«Sono appassionato di moto e mi occuperò della casa. Inoltre faccio parte di un gruppo con l’hobby per la cucina. Poi, per un bel po’, sarò ancora impegnato a svuotare il negozio e a pagare le tasse. Se avrò dei buchi, mi piacerebbe fare qualche viaggio, fuggire al caldo, anche non troppo distante».

Cosa ti mancherà di più di questo lavoro?

«Sicuramente il contatto con la gente, che mi ha fatto piacere. Ho sempre avuto bei rapporti con le persone».
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