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Cavicchioli risponde a Costanzo: “Immagina di influire sulle scelte di una città intera”

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Non sono piaciute a Marco Cavicchioli le dure critiche (“illazioni”) mosse da Maurizio Costanzo nel corso della trasmissione radiofonica che conduce su Rtl. Il sindaco di Biella, contestato per non aver sostenuto la proposta di intitolare la nuova biblioteca civica alla poetessa Alda Merini, ha risposto con una lettera al giornalista.

Non sono piaciute a Marco Cavicchioli le dure critiche (“illazioni”) mosse da Maurizio Costanzo nel corso della trasmissione radiofonica che conduce su Rtl (http://www.laprovinciadibiella.it/pages/maurizio-costanzo-allattacco-del-sindaco-cavicchioli-17082.html). Il sindaco di Biella, contestato per non aver sostenuto la proposta di intitolare la nuova biblioteca civica alla poetessa Alda Merini, ha risposto con una lettera al giornalista.

“Ascoltando la registrazione della sua trasmissione di ieri – si legge nella lettera -, ho capito che lo stare davanti a un microfono offre un senso di potere che i sindaci di provincia come me nemmeno si sognano. Un potere tale da immaginare di influire da uno studio radiofonico sulle scelte di una città intera e, qualora la città non sia abbastanza lesta ad assecondare il suo pensiero, tacciarla – e nel particolare caso tacciarmi – delle peggio nefandezze. Il tutto, ovviamente, senza contraddittorio”.

Poi il primo cittadino è passato al merito della questione: “A dispetto delle sue illazioni – ha scritto ancora -, conosco Alda Merini, che è stata pure ospite a Biella una ventina d’anni fa, invitata da un altro poeta e scrittore locale, Marco Conti. Credo che, avendo vissuto ben altre forme di segregazione nella sua vita, si farebbe beffe di questa disquisizione in cui mio malgrado mi ha trascinato. Sul futuro nome della nuova biblioteca cittadina, come ho scritto nel messaggio indirizzato a Stefano Mantovani che lei ha trasformato in atto pubblico, avremo tempo di prendere una decisione, magari coinvolgendo le diverse sensibilità dei miei concittadini”.

La invito a mia volta a prendere un’enciclopedia e a sfogliare le biografie dei personaggi biellesi che hanno lasciato il segno nel mondo della letteratura e della cultura – copntinua Cavicchioli -, ottimi candidati quanto Alda Merini per dare il proprio nome alla biblioteca. Non solo: l’edificio che la ospita da sabato è stato costruito negli anni Trenta per essere la sede della Gioventù Italiana del Littorio. Pensi a quanto sarebbe denso di significato dare alla biblioteca il nome di un giovane partigiano (nell’enciclopedia troverà anche il dettaglio che Biella, medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza, si liberò “da sola” il 24 aprile 1945, prima dell’arrivo degli Alleati), o di un biellese morto nei campi di concentramento dopo essere stato deportato…”.

 Infine l’invito a visitare la “nuova, luminosa e accogliente” biblioteca: “Scoprirà che, con o senza nome (non diceva Shakespeare qualcosa di simile delle rose?), i biellesi la stanno considerando come uno spazio “loro”, degno di essere vissuto, per arricchire la propria mente e magari trovare una buona lettura per il tempo libero. È a loro, più che a me, che ha mancato di rispetto dicendo che la biblioteca sarebbe diventata la casa dei topi, se non la avessimo ribattezzata con il nome che lei ha scelto”.

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