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Capodanno, Biella chiusa e deserta. Questa città deve svegliarsi!

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Capodanno 2020. Decido di trascorrerlo a Biella, con il mio compagno. Potevamo starcene a Torino, nonostante non ami molto questa ricorrenza l’offerta sarebbe stata sicuramente più ampia, però dico “No, lo voglio fare a casa”. Prendiamo due biglietti per il concerto al Teatro Sociale, tributo a Morricone, con brindisi nel foyer. Perfetto: ottima musica, sbicchierata di rito, all’una massimo nel letto e anche questo anno è andato.

Il concerto inizia alle 22.30, il tempo di una pizza prima e i tempi sono perfetti. Inizia quindi la girandola di telefonate:

1)      Nota pizzeria/birreria sulla strada per Oropa: buonasera volevo sapere se avete un tavolo per 2 il 31….   No mi spiace il 31 siamo chiusi! Ah!
2)      Pizzeria (anzi Pizza Gourmet) di recente apertura a pochi passi dal teatro: buonasera per caso è possibile prenotare un tavolo per 2 il 31 ? … No signora il 31 siamo chiusi! Cavolo – penso io – siete aperti da pochi mesi, se già siete chiusi a Capodanno…
3)      Birreria al piano superiore di un edificio nella piazza della “efficiente” nuova funicolare: buonasera, per caso ha posto per 2 persone per la sera del 31?  No mi spiace ma il 31 teniamo chiuso!
Comincia a salirmi la bile…
4)      Ristorante pizzeria un po’ più a sud della città, dove servono un’ottima schiacciata: buonasera, volevo sapere se il 31 siete aperti e…No Signora mi spiace ma il 31 siamo chiusi!

Non ho più parole per commentare, la pizzeria successiva, quella giù vicino all’edificio che sembra un disco volante è aperta ma ovviamente non ha posto. Infine – Deo Gratias – trovo posto in una che non conoscevo, vicino al teatro, accanto al negozio che vende le paste di meliga e i torcetti. Buona la pizza, veloce il servizio, accogliente il locale. L’unico disagio è il doppio turno: il secondo è pieno e quindi ceniamo per le 19.30. Va be’ non importa, dico io, pizza, due passi e poi se è troppo presto, ci facciamo un caffè o un amaro vicino al teatro!

Pizza e due passi li abbiamo fatti ma poi scopriamo che il Caffè  alle 21 aveva già le serrande giù. Sconcertata e ammutolita e anche un po’ mortificata per la figura fatta nei confronti del mio compagno che non è di Biella e che certo non si aspettava sto mortorio, smorzo la situazione e propongo “Pazienza facciamo un giro in via Italia”. Non un’anima, non un bar aperto, un’aria gelida, risultato: dalle 21 alle 22 chiusi in macchina in piazza del Sociale, in attesa che il teatro aprisse le porte.

Prima dello spettacolo faccio qualche rimostranza ad una maschera, che mi spiega che il Caffè vicino al teatro aveva dovuto fornire i tavolini per permettere il brindisi durante lo spettacolo! Ah be’, un bel chissenefrega, oserei dire! In ogni caso il bar avrebbe chiuso comunque, quindi che non mi indorino la pillola!

Attenzione: sono una sostenitrice del fatto che le ferie e i giorni di riposo siano sacri per qualunque lavoratore, che può decidere liberamente quando usufruirne. È diritto di ognuno festeggiare l’ultimo dell’anno come vuole e con chi vuole. Però io mi chiedo: possono 4 pizzerie su 5 abbassare le serrande in una delle serate in cui si lavora di più? possono 3 pizzerie a 200 metri da un teatro, dove sanno che si svolgerà uno spettacolo, tenere tutte chiuse?  Può il bar di un teatro dove lo spettacolo inizia alle 22.30 chiudere alle 21?  E tutti quelli chiusi in macchina come me, molti ben oltre gli anta fra l’altro, che aspettavano un caffè, una tisana, un ratafià avranno o no pensato la stessa cosa? Francamente mi pare l’ABC per una città che è appena diventata città creativa dell’Unesco.

Amo Biella, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti e sono orgogliosa, anziché infastidita, se i colleghi torinesi mi dicono che sono di Biella e quindi “un po’selvatica”; ma francamente vedo anche come vanno le cose in giro, faccio paragoni, sento i commenti delle persone e, proprio perché ci tengo, suggerisco alla mia città di darsi una svegliata!

Buon Anno.

Lettera firmata

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