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Al Belletti Bona arrivano anche gli ispettori Asl

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Al Belletti Bona, dopo commissari e liquidatori, arriva anche l’Asl. L’altro giorno, gli ispettori sanitari hanno bussato alle porte della casa di riposo biellese. Lo scopo è stato quello di verificare le condizioni igenico-sanitarie in cui si trovano gli ospiti della struttura.

Al Belletti Bona, dopo commissari e liquidatori, arriva anche l’Asl. L’altro giorno, gli ispettori sanitari hanno bussato alle porte della casa di riposo biellese. Lo scopo è stato quello di verificare le condizioni igenico-sanitarie in cui si trovano gli ospiti della struttura. Dovere d’ufficio, fanno sapere dall’Asl. E in effetti non poteva andare diversamente, dopo le polemiche innescate appena qualche giorno prima dalla parente di un ricoverato. La donna, infatti, aveva rivolto pesanti accuse al personale, spingendosi a sostenere che gli anziani venivano “dimenticati” nel letto e lasciati in condizioni igieniche allarmanti. Il tutto era capitato ad inizio settimana, nel mezzo di una riunione tra il personale ed i parenti degli ospiti.

«Ce lo aspettavamo – spiega Liliana Piccin, direttrice della struttura – dopo insinuazioni del genere, era quasi scontato che venissero a controllare. Ma voglio ringraziare le tante persone che ci stanno dando la loro solidarietà e che sanno veramente quello che stiamo passando».

Tra queste, anche molti altri parenti dei ricoverati testimoniano una situazione completamente diversa da quella che ha spinto gli ispettori ad intervenire. «Io mi reco quotidianamente per mia madre – racconta Bismarckina Santozzi – e posso garantire che le poche operatrici rimaste continuano a dare il massimo. Per i malati di Alzhaimer, questa è sempre stata una delle migliori strutture sul territorio. Purtroppo, le condizioni di mia mamma si erano aggravate, perciò era necessario muoverla dal letto il meno possibile. Altro che dimenticare i loro pazienti Queste donne fanno ancor più di quello che sono tenute, mentre la signora che si era lamentata l’ho vista poco e non la conosco. Non capisco quindi il senso delle sue accuse».

E prosegue: «Le responsabilità sarebbero di chi ha portato al verde questa struttura, e non di chi sta cercando, a fatica, di farla sopravvivere».

Tra i parenti dei malati, anche Daniela Baro difende l’operato delle infermiere: «Tutte le volte che ci penso mi commuovo. Le vedo ogni giorno coi miei occhi. Sono rimaste solo due per ogni turno, non prendono lo stipendio da mesi e continuano ad occuparsi dei nostri cari senza perdere il sorriso. Sono persone da ammirare». A partire da gennaio infatti, si sono cominciati a versare soltanto acconti retributivi. «Addirittura – spiega Giorgina Ausano, una dipendente – è da aprile che non vediamo più un soldo. Ma questo non conta se penso ai fatti di questi giorni. Quello che è stato detto ci ha ferite profondamente, come se la colpa di ciò che sta succedendo fosse nostra». I risultati delle verifiche dell’Asl si sapranno nei prossimi giorni.

Nel frattempo, la situazione economica del Belletti Bona continua a peggiorare. Sembrano essersi fatti avanti nuovi acquirenti, ma i tempi per giungere ad una soluzione certa continuano ad allungarsi. In compenso il nuovo liquidatore, Enrico Stasi, ha disposto l’assunzione di due nuove operanti. La speranza è quella di far fronte all’ormai cronica carenza di personale che certamente, questo sì, non sta giovando alla qualità del servizio.

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