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A Viverone invasione di pescatori del gambero “killer”

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La maggior parte dei pescatori arriva dopo il tramonto del sole, quando le guardie ittiche volontarie hanno cessato di perlustrare il lago. Qualcuno sostiene siano cinesi che arraffano il bottino e lo portano ai propri ristoranti, qualcun altro afferma di aver visto ben più canavesani che cinesi. Era il 2009 quando al lago di Viverone si assistette ad una vera e propria invasione di una specie esotica, quella del gambero rosso della Louisiana, detto “killer” perché tende a prendere il sopravvento sulle altre specie presenti.

La maggior parte dei pescatori arriva dopo il tramonto del sole, quando le guardie ittiche volontarie hanno cessato di perlustrare il lago. Qualcuno sostiene siano cinesi che arraffano il bottino e lo portano ai propri ristoranti, qualcun altro afferma di aver visto ben più canavesani che cinesi. Di sicuro l’emergenza va calando e i livelli di due anni fa sono soltanto un lontano brutto ricordo.

Era il 2009 quando al lago di Viverone si assistette ad una vera e propria invasione di una specie esotica, quella del gambero rosso della Louisiana, detto “killer” perché tende a prendere il sopravvento sulle altre specie presenti.

«L’introduzione di questo “alieno” nel lago di Viverone è stato un vero “atto criminale”» è il commento lapidario del naturalista Tiziano Pascutto, anche se oggi l’emergenza pare stia rientrando. Il perché ciò stia avvenendo non è ben chiaro, ma il sospetto è che a favorire le operazioni di “pulizia” siano soprattutto gli estimatori del gambero.

D’altronde di un piatto particolarmente prelibato si tratta.

«Una volta ce n’era una quantità esorbitante, ora per catturarli bisogna usare le trappole» racconta l’assessore alla pesca Angelo Zola, aggiungendo che anche i pesci hanno cominciato ad apprezzare i crostacei, le carpe che se ne nutrono ingigantiscono e assumono un colorito rossastro. Una gioia per i buoni palati, insomma. Solo in parte: in quanto specie alloctona non è vietato prelevare il gambero. Ne è stata tuttavia vietata la commercializzazione, cercando di arginare il fenomeno di chi lo spaccia per scampi o altri tipi di gamberi – ciò nonostante giungono segnalazioni di pesche di frodo notturne che sfuggono ai controlli.

Anche per quanto riguarda l’uso privato è raccomandata una certa cautela: destinarlo ad uso alimentare non è vietato dalla legge, ma la decisione è lasciata al buon senso di ognuno. Come tutti i crostacei, anche il gambero killer trattiene le impurità dell’acqua accumulando metalli pesanti e tossine. «Allevato sotto il più rigoroso controllo sanitario non è affatto pericoloso per l’uomo» sottolinea Pascutto «È però da evitare il consumo delle sue carni se provengono da acque che presentano, anche in dosi poco elevate, problemi relativi all’inquinamento chimico ed organico».

Nel gran caos si aggiunge al coro la voce di Valerio Vassallo, presidente della LIV (Lega Internazionale Vigilanza), che denuncia come «se si parla di specie non autoctone non esiste nessuna tutela per gli animali, che diventano pedine di un sistema senza regole e vengono abbattuti in stragi pari a quella dello scoiattolo grigio».

Gaia Quaglio

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