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Il Panathlon celebra Ravetto

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Dedicato a Claudio Ravetto.

Nei giorni scorsi il Panathlon Club Biella – nel suo tradizionale convivio estivo fuori porta – ha reso omaggio al tecnico di sci di Strona.

Dedicato a Claudio Ravetto.

Nei giorni scorsi il Panathlon Club Biella – nel suo tradizionale convivio estivo fuori porta – ha reso omaggio al tecnico di sci di Strona, che ha vinto con i suoi atleti su tutti le piste del mondo, olimpiche comprese. E l’allenatore non si è sottratto e, anche davanti al neo assessore allo Sport del comune di Biella Teresa Barresi, si è mostrato in mille sfaccettature e altrettanti aneddoti.

«A Vancouver (in occasioni dei Giochi Olimpici del 2010, ndr) – ricorda Ravetto – ho impiegato un sacco di tempo a scendere quel tratto di pista per arrivare al traguardo da Razzoli che aveva vinto la medaglia d’oro nello slalom speciale: indescrivibile quello che si prova e quello che ti passa per la mente in quei momenti. E dire che si sono anche dimenticati di comunicarmi subito il tempo per radio perché al traguardo i nostri uomini avevano iniziato a festeggiare…». Un successo per alleviare la mancata vittoria di quattro anni prima alle Olimpiadi di Torino 2006 da parte del grande favorito Giorgio Rocca, che aveva cercato lo smalto giusto anche a Bielmonte pochi giorni prima della gara del Sestriere.

Ravetto poi è stato sollecitato a raccontare in sintesi tutta la sua carriera sportiva, da atleta vincente fin da giovane, i primi sci club allenati, da Bielmonte a San Sicario, prima di approdare in Nazionale dove ha trascorso dodici anni di successi. Senza mai perdere di vista l’uomo prima dell’atleta e gestendo per sé e per gli altri, emozioni e pressioni possenti che gli eredi di Thoeni e Tomba sono costretti a subire ogni volta che arrivano davanti a un cancelletto di partenza.

Ora il tecnico di Strona è alla finestra. Deve capire, ma non ci impiegherà molto, quale può essere il suo futuro sportivo e professionale. «Certo lo sci italiano, se vuole progredire, oggi ha bisogno di idee, di innovazione e di qualche buona intuizione per sopperire alla mancanza di fondi che ormai colpisce un po’ tutto lo sport italiano».
La domanda sul perché oggi la Fisi abbia deciso di rinunciare alle capacità di Ravetto è più che lecita, ma ovviamente la risposta non c’è o forse si è persa inspiegabilmente tra quelle montagne che il biellese ama così tanto.

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