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“Partecipate, i nostri principi devono essere efficienza ed equità”

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Per gestire acqua, trasporti, rifiuti governando una società partecipata, ci vuole competenza in materia di bilanci, capacità progettuale e buone idee. La politica, dal canto suo, ha il dovere di indicare prospettive di sviluppo per il territorio e per il governo dei suoi servizi principali.

Paolo Furia, segretario provinciale del Partito democratico, interviene a proposito delle partecipate.

Per gestire acqua, trasporti, rifiuti governando una società partecipata, ci vuole competenza in materia di bilanci, capacità progettuale e buone idee. La politica, dal canto suo, ha il dovere di indicare prospettive di sviluppo per il territorio e per il governo dei suoi servizi principali.

Veniamo dunque alle cose da fare, innanzitutto, provando a concentrarci sugli obiettivi che anche il Governo, in queste settimane, sta individuando. Non ci sfugge, infatti, che proprio in questi giorni è uscito il dossier nazionale sulle Partecipate: nel mirino, gli sprechi di danaro pubblico legati ad esse, al loro funzionamento ed alla loro gestione. E’ necessario orientare i nostri sforzi a due principi fondamentali: l’efficienza del servizio; l’equità e l’accessibilità della prestazione.

Quanto all’efficienza, è del tutto evidente che il compito delle nostre Partecipate, anche nel nostro territorio, è di capire se così come sono adesso si può andare avanti. Se non possano essere fatti sforzi verso accorpamenti, fusioni ed obiettivi comuni. E’ ancora necessario ed utile avere su questo territorio ben due Cordar (Imm e Spa)? Quando la divisione fu fatta, si intendeva recepire una legge nazionale che scorporava la proprietà delle reti dall’erogazione del servizio. Oggi la divisione è superata e anche la Regione Piemonte si è espressa in questo senso. Si pensi al fatto che due società vuol dire due consigli di amministrazione, due Presidenti da pagare, due affitti di due sedi diverse. Il tema dell’efficienza del servizio non è solo un mero tema ragionieristico e contabile. In molti casi, la soluzione nel medio periodo più efficiente è infatti anche la soluzione più equa e più giusta: si pensi alla raccolta differenziata, che nel Comune di Biella è ancora sotto gli obiettivi prefissati, ma che, se fosse aumentata, ridurrebbe i costi di raccolta e trasporto del rifiuto. Si pensi alla necessità di legare la spinta sulla differenziata alla preoccupazione per lo smaltimento, se è vero che la discarica di Cavaglià si sta rapidamente colmando.

Quanto all’equità e all’accessibilità della prestazione, penso che vi siano due punti che debbano essere perseguiti: la riduzione delle tariffe a fronte di utili consistenti delle Partecipate; la trasparenza della gestione dei principali beni comuni, come l’acqua, il rifiuto, le linee di trasporto pubblico – ma anche i parchi, gestiti da Enti di Gestione nominati dalla Regione, eccetera. Come possiamo vedere ed approvare bilanci delle Società Partecipate con altissimi utili (penso all’ultimo bilancio Cordar) e poi far pagare ai nostri cittadini le più alte tariffe sul consumo d’acqua in tutto il Piemonte? Come possiamo accettare che, avendo i Consigli di Amministrazione delle Partecipate durata triennale, non vengano mai convocate le commissioni paritetiche e non si discutano con i soci (cioè i Comuni) le scelte principali che debbono essere assunte?

Il bene comune è tale non solo e tanto in quanto gestito da una società a capitale pubblico, ma perché è amministrato nel nome della pubblica trasparenza, in favore dei cittadini e, quando possibile, attraverso la loro partecipazione attiva e responsabile. La politica deve mettersi al servizio, individuando dunque, società per società, obiettivi di risparmio, efficienza ed equità oltre che metodi e strumenti di verifica. Sia chiaro: i nomi per i posti nei consigli di amministrazione devono essere individuati tenendo conto di questi obiettivi, nonché delle competenze, anche tecniche, maturate tramite attività amministrative o professionali riscontrabili. Non possono essere ragionamenti legati alla vicinanza all’una o all’altra corrente di partito, né ci so può ridurre a discuterne nei termini delle a banali e quasi sempre sciocche contrapposizioni (vecchio/nuovo, anziano/giovane, tecnico/politico) che spesso animano il campo del pubblico dibattito. Questo è tuttavia il tempo in cui i Sindaci di tutti i paesi del Biellese, in quanto membri e azionisti delle Partecipate, si facciano un’idea sullo stato dell’arte, sugli errori nonché le cose buone delle gestioni presenti e sugli obiettivi da darsi nel prossimo futuro, per la società biellese.

Paolo Furia, segretario provinciale PD Biellese.

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