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Nuovo ospedale, un colpo mortale alla città
Dopo tante chiacchiere, consultazioni, referendum e istanze apologetiche, qualche giorno fa ho appreso che il nuovo ospedale si chiamerà “Ospedale degli Infermi”, come il vecchio, ma con l’aggiunta del sorprendente e innovativo aggettivo qualificativo “bis”. Il vecchio, che a questo punto per distinguerlo dal “bis” dovremo chiamare “basta” (cfr Dizionario dei Sinonimi e dei Contrari), inizia la propria agonia destinata ad accentuare fino al decesso quella del centro cittadino. Non sono bastati oltre quarant’anni fra progettazione e costruzione del “bis”, per stabilire che cosa si sarebbe fatto del “basta”. Nessuno ha capito (o, se l’ha capito, ha scelto di fare il pesce in barile) che lo svuotamento del monoblocco, la cancellazione delle migliaia di persone che quotidianamente lo frequentavano, avrebbe inferto un colpo mortale alla città.
Qualcuno si è fatto delle costose pippe con concorsi d’idee e progetti irrealizzabili, e morta lì. Adesso vola qualche straccio verdastro sulla possibilità che una millesima parte del complesso venga destinata all’ospitalità dei migranti. L’amministrazione comunale boccheggia, balbetta, conferma progetti e programmi del “nemico” che ha battuto, cazzeggia sui social network dove non se la fila nessuno; il consiglio comunale non si riunisce e quando lo fa, come nei prossimi giorni, è per sfangarsi dalle interpellanze e interrogazioni di un’opposizione che, ancorchè ridotta al lumicino, giganteggia beffarda.
Anche qui, sempre più spesso, si ha la sensazione di avere di fronte una specie di “bis” che rischia di far rimpiangere il “basta” di prima e, come il presidio sanitario scaraventato a Ponderano, inguaia la città che gli ha dato fiducia e gli ha affidato speranze. “Nessuna novità ?”. Esatto.
Giuliano Ramella
La Paga del sabato viene pubblicata ogni sabato sulla Nuova Provincia di Biella.
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