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Flavio Bertinaria da Biella a Clermont-Ferrand
Dopo la laurea in scienze agrarie conseguita lo scorso anno a Torino, oggi il giovane Flavio Bertinaria, classe 1990, di Biella, sta studiando nel centro di ricerche e studi internazionali di Clermont-Ferrand, capoluogo regionale dell’Alvernia in Francia, città nota per la sede della Michelin.
Il titolo della sua tesi era “Diversified farming system, verso una produzione sostenibile” e il centro di studi internazionale che sta frequentando riguarda appunto questo tipo di ricerca.
Obbiettivo primario dei suoi studi è approfondire le dinamiche dei sistemi agricoli nelle aree marginali nel mondo, come i sistemi agricoli si sono evoluti a seconda del territorio e della cultura delle persone che ne fanno parte.
“Si tratta in sostanza – mi spiega Flavio – di sviluppare sistemi agricoli sostenibili, multifunzionali e resilienti, dando particolare attenzione alla componente sociale (il rapporto umano, il credo, il pensiero) insita nei rapporti di compravendita e nelle scelte gestionali dell’agricoltore, componenti senza le quali ogni descrizione e studio può diventare miope”.
Chiedo a Flavio di spiegarmi meglio questo concetto: “Ti faccio un esempio personale concreto. La dimensione sociale nel rapporto compra/vendita è quando la gente va ad acquistare il miele da mio padre a Netro (anziché comprarlo in un supermercato che sarebbe più comodo) perché ha il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui, farsi raccontare dell’affascinante vita delle api e magari, perché no, qualche aneddoto in piemontese”.
Quindi, secondo te, le persone possono sostituire la comodità con la piacevolezza del rapporto umano?
“Esatto. Il succo del mio discorso – continua Fabio è che oggi l’agricoltura si basa sull’uso di input esterni che costano e non sono rinnovabili. Questa è una bomba ad orologeria! Riscoprire invece i sistemi agricoli dei nostri avi, e degli avi di altre culture, e unirli alle conoscenze scientifiche attuali ci porterà verso una agricoltura sostenibile (preserviamo quello che abbiamo oggi e così anche i nostri figli ne potranno usufruire) e multifunzionale (che produce beni di mercato e non di mercato: la piacevolezza di un paesaggio o di un rapporto umano).”
Che cosa vorrebbe fare Flavio nel prossimo futuro? Innanzitutto vedere pubblicata la sua tesi, poi lavorare per la Fao e per l’associazione “Agronomi e veterinari senza frontiere”.
Flavio l’ho conosciuto quando era un bimbo, già vispo e perspicace e prevedo che farà di tutto per raggiungere le mete che si è prefissato!
Massimiliano Zegna
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