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Corrado Cossu, dalla parte dei più deboli
Quando nel 1995 Corrado Cossu, 44 anni nato a Biella da genitori sardi, inizia a lavorare nel mondo della cooperazione sociale, contribuisce a fondare alcune associazioni di volontariato dando il suo contributo nell’avvio e nella attività ordinaria.
Quando nel 1995 Corrado Cossu, 44 anni nato a Biella da genitori sardi, inizia a lavorare nel mondo della cooperazione sociale, contribuisce a fondare alcune associazioni di volontariato dando il suo contributo nell’avvio e nella attività ordinaria.
“Nei primi anni di attività nel mondo della cooperazione sociale – mi racconta Corrado – ho completato i miei studi, acquisendo il titolo di educatore professionale, titolo che ho esercitato nell’ambito della salute mentale e nell’ambito delle dipendenze”
Cossu è stato presidente per diversi anni della cooperativa sociale “la Coccinella “continuando a fare l’educatore sul campo: il lavoro che ama di più e che vorrebbe poter continuare a fare, anche se gli impegni della cooperativa spesso lo hanno portato a occuparsi anche della parte amministrativa.
Nel 2009, insieme ad altri colleghi, ha fondato la cooperativa sociale “Coccinella” di tipo B (ossia che si occupa di persone svantaggiate) della quale oggi è presidente.
Alla sua nascita Coccinella si occupava di commercializzazione di prodotti ortofrutticoli e produzione degli stessi, settore che con la crisi è stato fortemente ridimensionato. Oggi Coccinella B si occupa di pulizie civili industriali, manutenzione aree verdi, facchinaggio, servizi cimiteriali. “Questa nuova avventura – racconta ancora Cossu – ha l’obiettivo di poter dare un lavoro a persone con svantaggio, partendo da presupposti non assistenziali, ma dove ognuno dà il contributo lavorativo che riesce a dare, pur garantendo sempre la qualità, per poter stare nel mercato del lavoro”.
La passione del lavoro in ambito sociale, ha avuto un “padre” che si chiama Salvatore Lo Faro, all’epoca responsabile dell’unità modulare di psichiatria di Cossato, dal quale Corrado ha appreso come coniugare umanità e professionalità nell’aiuto alle persone con svantaggio, insegnamenti che lo hanno accompagnato fino ad oggi.
“Mi sento un partigiano dell’era moderna, – osserva Cossu – ossia uno che parteggia per i più deboli facendo politica a modo mio, ossia difendendo e operando concretamente per il miglioramento della qualità di vita degli ultimi; non mi sento né migliore nè peggiore di altri per la mia scelta, ma semplicemente ho deciso fare questa scelta. La mia scuola è quella di don Milani, di don Enzo Boschetti e di laici come Gino Strada o Serafina Battaglia, la prima donna che con coraggio si contrappose alla mafia: persone che con la loro scelta di vita hanno fatto o fanno la differenza. Persone irraggiungibili, ma sicuramente il loro esempio mi aiuta a orientarmi nella vita quotidiana”.
Massimiliano Zegna
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