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Belletti Bona, chi pagherà?

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Nei giorni scorsi di fronte alla piccola, ma significativa, manifestazione biellese a favore del popolo e del governo greco ho letto, soprattutto da persone di sinistra, giudizi sferzanti e, a volte, al limite del dileggio.

Nei giorni scorsi di fronte alla piccola, ma significativa, manifestazione biellese a favore del popolo e del governo greco ho letto, soprattutto da persone di sinistra, giudizi sferzanti e, a volte, al limite del dileggio.

Purtroppo c’è un antico vizio, in Italia e nella sinistra italiana, di guardarsi l’ombelico e di impiccarsi al metodo più che al merito delle cose.

La situazione greca ci riguarda molto più di quanto vogliamo o ci interessa capire. Il ministro delle finanze Yanis Varoufakis  ha dichiarato in questi giorni che lo stato ellenico è “tecnicamente fallito” da almeno cinque anni. Né lui né la sinistra di Syriza che governa oggi il paese hanno delle responsabilità dirette a riguardo, anzi, hanno da sempre denunciato questa situazione ma, oggi, hanno deciso di assumersi la responsabilità di provare a governare quel paese nonostante il default.

Voi mi direte: “ma stai ancora a parlare della Grecia?! Pietrobon, adesso basta!”. Avete ragione, sono monotematico però, a ben guardare la Grecia è vicina, molto più vicina di quanto si immagini.

La scorsa settimana è “tecnicamente” fallita la nostra casa di riposo, il Belletti Bona, la Provincia è da tre anni a rischio default, il bilancio del Comune di Biella pare non si riesca a chiudere, le nostre strade non si riescono ad aprire e il nuovo Ospedale viene tagliato in servizi e posti letto prima ancora che entri a pieno regime. Siamo in una Regione dove il secondo capoluogo piemontese,  Alessandria, è già fallito e i suoi cittadini pagano tutti i giorni i costi delle scelte scellerate del passato. L’ex Sindaco Fabbro è sotto processo per il fallimento del capoluogo alessandrino e, da garantista convinto, non posso che augurarmi che venga condannato. Di contro non riesco a sopportare più la coltre omertosa che, per esempio, sta avvolgendo la vicenda del Belletti Bona dove a rischio sono 74 posti di lavoro e il benessere di 116 anziani residenti.

Ho il rammarico di non aver approfondito, come avrei potuto, le voci che si rincorrevano quando facevo il consigliere comunale in merito alla situazione deficitaria nel quale versava la casa di riposo cittadina. I miei strumenti erano, però, ben più limitati rispetto a quelli che avevano i vari presidenti del Belletti Bona (e dei relativi CDA) che si sono susseguiti. Il comportamento dell’ultimo Presidente Roccato – che non ha nessuna responsabilità in merito al buco – segnala però la sua inadeguatezza a ricoprire quel ruolo e sottolinea l’altrettanta approssimazione con la quale si è decisa la sua nomina. Il silenzio assordante che vediamo giungere dai sindaci che nominarono i diversi Presidenti e Cda (Gentile, Barazzotto e Susta) e dai vari Assessori al Bilancio e alla politiche sociali che con essi si interfacciarono è altrettanto imbarazzante ed evidenzia che molti sapevano della situazione e tutti hanno preferito girare altrove lo sguardo. Io mi auguro, sinceramente, che la Procura della Repubblica abbia già predisposto, o predisponga nei prossimi giorni, un’indagine a riguardo e che questo permetta a tutti di avere le idee più chiare in merito a questa scandalosa vicenda anche se non potrà risolvere nell’immediato il problema del Belletti Bona.

Solo definendo le responsabilità e capendo dove si è (voluto?) sbagliare potremo capire da dove è giusto ripartire. Questo è l’approccio del Governo greco e di tutti coloro che sentono il peso della responsabilità di gestire un bene comune che sia lo Stato, la Provincia, la Regione o una casa di riposo. Io non ho dubbi da che parte stare, e voi?!

Roberto Pietrobon

www.alasinistra.org

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