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Anche a Biella la Dc non tramonta mai

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In questi giorni si fa un gran parlare del ritorno della Democrazia Cristiana. Figli della “Balena Bianca” sono il Presidente del  Consiglio Matteo Renzi e il nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La cosiddetta Seconda Repubblica si chiude resuscitando la Prima. Vedremo se questo è vero a livello nazionale ma sicuramente, a Biella, la Seconda Repubblica non è mai nata o meglio la Prima non è mai tramontata.

In questi giorni si fa un gran parlare del ritorno della Democrazia Cristiana. Figli della “Balena Bianca” sono il Presidente del  Consiglio Matteo Renzi e il nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La cosiddetta Seconda Repubblica si chiude resuscitando la Prima. Vedremo se questo è vero a livello nazionale ma sicuramente, a Biella, la Seconda Repubblica non è mai nata o meglio la Prima non è mai tramontata. Nelle prossime settimane si comporrà il nuovo Consiglio della Fondazione Cassa di Risparmio, ultima cassaforte e centro di potere pubblico del biellese. Dopo gli oltre vent’anni di regno dell’Avvocato Squillario a succedergli, dicono tutti i ben informati, sarà probabilmente un volto noto della Prima Repubblica, il notaio Paolo Tavolaccini. L’ex Sindaco di Valdengo, vecchio leone democristiano, ha traghettato la sinistra DC a guida Susta nel Partito Popolare prima e  nella Margherita in seguito per poi chiudersi tra le pareti dorate della Fondazione, chiamato proprio dal suo antico sodale Squillario. Un percorso simile a quello capitato al nuovo Presidente della Repubblica, passato dalla politica attiva (fu deputato fino al 2008) alla Corte Costituzionale.

Se la nomina di Mattarella per età e autorevolezza ha una sua logica (oltre ad essere un capolavoro politico del giovane Renzi) nella scelta di Tavolaccini vi è solamente il segno della continuità di potere dei vecchi cattolici democratici nei ruoli che contano tanto che, se non dovesse essere il notaio il successore di “Re Luigi”, probabilmente lo sarà Eugenio Zamperone, altro esponente democristiano della Prima Repubblica sopravvissuto, come “tecnico” sanitario, nella Seconda e pronto a rimanere saldamente in sella anche nella Terza.

I “giovani leoni” degli anni ’80-’90 diventanti Senatori, Sindaci, Assessori rimarranno a presidiare le loro attuali posizioni senza aver designato dei successori di rango e senza essere considerati “affidabili” nel delicatissimo ruolo di Presidente della cassaforte del biellese dai loro vecchi “padrini”.

I Susta, i Pichetto, i Mello Rella, per citarne solo alcuni, hanno ottenuto tantissimo in questi 20 anni ma paiono inadeguati anche solo a poter suggerire un nome allo stesso Squillario. Qualcuno dice che, a differenza del passato, la generazione politica degli attuali sessantenni abbia perso completamente le caratteristiche positive dei loro predecessori tanto che gli “anziani” poco si fidano dei loro naturali eredi.

Uno spettacolo abbastanza sconfortante perché a conservazione si unisce conservazione. Anche il timido tentativo di contrapporsi ai voleri di Squillario sul suo successore designato hanno un sapore antico di una geometria affatto celata che fa il paio con la biografia dei protagonisti che stanno provando questa operazione.

Da tutta questa partita sono esclusi gli eredi della sinistra biellese che hanno una sparuta rappresentanza negli attuali assetti della Fondazione e che, al massimo, riusciranno a consolidarli senza per questo avere un reale potere di influenza. Eppure dalla sinistra arrivano il Presidente della Provincia e il Sindaco di Biella ma ho come l’impressione che su questa partita giocheranno un ruolo meramente formale indicando quanto gli verrà suggerito. Spero però che in questo caso nessuno si intesti  – come un Bersani qualsiasi – “meriti” che evidentemente non ha. La Prima Repubblica è sopravvissuta alla Seconda e si appresta ad attraversare anche la Terza, a Roma come a Biella, senza nemmeno che qui vi sia un Renzi che faccia almeno finta di rappresentare il “nuovo”.

www.alasinistra.org

Roberto Pietrobon

Il testo integrale della rubrica è sulla Nuova Provincia di Biella, in edicola oggi a 1,20 euro

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