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“Addio caro Ilvo. Riposa in pace”

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Quanti ricordi, carissimo Ilvo: quello del nostro primo incontro avvenuto quanto tu eri già un importante sindacalista della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, ed io un giovane operaio, la tua innata capacità di comunicazione – diremmo oggi – di stare in mezzo alle persone di capirle e di farti capire, ricorrendo, quando era necessario, al nostro dialetto, che era un modo attraverso il quale fare cadere qualsiasi barriera. Il ricordo di come ti abbia segnato e di che cosa abbia rappresentato per te la scomparsa di tua moglie, ma anche la forza d’animo con la quale hai saputo reagire, in ciò aiutato dall’affetto della tua famiglia.

Quanti ricordi, carissimo Ilvo: quello del nostro primo incontro avvenuto quanto tu eri già un importante sindacalista della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, ed io un giovane operaio, la tua innata capacità di comunicazione – diremmo oggi – di stare in mezzo alle persone di capirle e di farti capire, ricorrendo, quando era necessario, al nostro dialetto, che era un modo attraverso il quale fare cadere qualsiasi barriera.

Il ricordo di come ti abbia segnato e di che cosa abbia rappresentato per te la scomparsa di tua moglie, ma anche la forza d’animo con la quale hai saputo reagire, in ciò aiutato dall’affetto della tua famiglia.

E, infine, la tua coerenza, la determinazione del tuo impegno, la convinzione con la quale partecipavi alla battaglia delle idee, ma anche la tua grande apertura verso chi non la pensava come te e la tua disponibilità, non solo a confrontarti con gli altri, ma anche a mettere in discussione i tuoi punti di partenza, con grande onestà intellettuale e politica.

Sei stato un figlio della classe operaia. La tua bussola sono sempre stati gli interessi del mondo del lavoro. Le tue case il Sindacato, di cui sei stato uno degli esponenti più rappresentativi ed autorevoli, ed il PCI, oltre alle formazioni politiche nate dal suo superamento. Sei appartenuto ad una generazione di una tempra, di un rigore, di un’onestà, di una passione civile del tutto particolari; una generazione dalla quale molti politici e amministratori attuali avrebbero solo da imparare; una generazione di autodidatti che si è fatta ed è diventata classe dirigente prendendo parte alle lotte per la libertà, il lavoro, i diritti e la giustizia sociale, quando essere esponenti sindacali o comunisti significava subire le peggiori vessazioni, essere licenziati o discriminati nei luoghi di lavoro.

Per questo, tutti noi che siamo qui (ma anche la democrazia) ti dobbiamo molto. Quest’anno non sarai presente alle manifestazioni del 25 aprile e del 1° maggio alle quali hai sempre preso parte: alle prime per riaffermare i valori della Resistenza, della democrazia e della Costituzione; alle seconde per ribadire l’importanza di politiche volte a garantire un’occupazione alle giovani generazioni e i diritti di chi lavora.

Ci mancheranno il tuo modo di discutere e le tue battute.

La tua assenza peserà per chi, in questi anni, ti ha stimato e ti ha voluto bene.

Per noi continuerai ad essere un esempio morale e politico.

Addio caro Ilvo. Riposa in pace.

Wilmer Ronzani

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