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Una scuola nell’ex sede Atap, il consiglio comunale dice sì

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Il Comune ha detto sì alla trasformazione di parte dell’ex sede Atap in una scuola. Nella seduta di ieri, martedì 6 settembre, il consiglio comunale ha approvato il progetto per la realizzazione di una scuola nell’edificio che sorge tra viale Macallé e corso Risorgimento. L’approvazione è arrivata quasi all’unanimità, con i voti favorevoli di tutti i consiglieri presenti e l’astensione dei due rappresentanti di Buongiorno Biella.

Il Comune ha detto sì alla trasformazione di parte dell’ex sede Atap in una scuola. Nella seduta di ieri, martedì 6 settembre, il consiglio comunale ha approvato il progetto per la realizzazione di una scuola nell’edificio che sorge tra viale Macallé e corso Risorgimento. L’approvazione è arrivata quasi all’unanimità, con i voti favorevoli di tutti i consiglieri presenti e l’astensione dei due rappresentanti di Buongiorno Biella.

Il progetto ha partecipato a un bando nazionale per la realizzazione di edifici scolastici innovativi, classificandosi primo in Piemonte e ottenendo un finanziamento di 11 milioni e mezzo di euro. Sarà l’Inail, secondo le disposizioni del Ministero dell’Istruzione, a occuparsi dell’appalto e della costruzione, senza oneri per la città e per la Provincia che, insieme alle scuole interessate (Iis Rubens Vaglio e Alberghiero) avevano sottoposto il piano agli uffici di Roma.

La scuola accoglierà Geometri, Agrario e Alberghiero, con una capienza complessiva di 700 studenti e per un totale di 28 aule, laboratori e una palestra. Una volta abbattuti i capannoni dell’ex officina Atap, sarà ricostruito un edificio che occuperà 2.150 metri quadrati, circondato da 2.900 metri quadrati di verde, con un’altezza massima di 12 metri sul fronte di corso Risorgimento. Gli ex uffici sul lato di viale Macallé saranno invece destinati alla scuola di riqualificazione professionale per la quale, nell’ambito del Patto del Battistero, è stato ottenuto un altro finanziamento di 750mila euro. Il progetto ora dovrà ottenere l’approvazione anche del consiglio provinciale prima di tornare a Roma perché sia avviato l’iter burocratico.

 

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