Biella
Orsi e porcastri vittime dell’uomo
“Pausa Caffè”, la rubrica di Giorgio Pezzana pubblicata sul giornale di mercoledì 7 agosto
Pochi giorni or sono, in Trentino, su disposizione del presidente della Regione, Maurizio Fugatti, è stata abbattuta l’orsa Kj1 ritenuta pericolosa ed aggressiva. Da alcuni giorni, nella Baraggia Biellese, si dà la caccia ai cinghiali e per farlo è stato mobilitato addirittura l’Esercito.
Trovo lodevole il pronunciamento del ministro dell’Ambiante, il biellese Gilberto Pichetto Fratin, che ha stigmatizzato l’abbattimento avvenuto in Trentino ed ha ricordato che sono allo studio altre vie meno cruente per contenere la proliferazione degli orsi, tutelandone comunque la specie. Diversa è la questione di quelli che comunemente chiamiamo cinghiali, ma che in realtà sono perlopiù porcastri, cioè incroci tra maiali e cinghiali e quindi suini selvatici solo a metà, sfuggiti al controllo di chi sperava con la loro immissione nei boschi di rispondere alle istanze di molti cacciatori. Era già accaduto con i fagiani, nobili volatili che, allevati dall’uomo, sono divenuti poco più che galline da cortile. Sempre e comunque c’è la mano dell’uomo, ma purtroppo, sempre e comunque, a pagare sono gli animali.
La storia dei porcastri è vecchia di una trentina di anni e ricordo ancora quando alcuni testimoni mi raccontarono di avere visto con i loro occhi grossi automezzi entrare nei boschi di notte per scaricare decine di falsi cinghiali. Tutto all’insegna dell’illegalità, ovviamente, ma pareva un gioco quello di soddisfare il diletto degli amanti della caccia. In realtà si è trasformato in un danno ingente per le colture di tanti territori, anche in considerazione del fatto che una femmina di porcastro può mettere al mondo cucciolate di 10-12 soggetti ed è quindi intuibile con quanta rapidità questi animali abbiano invaso boschi, colline e pianure coltivate. Ora poi si aggiunge il timore di una diffusione della peste suina, della quale i porcastri potrebbero essere portatori e che potrebbe mettere a rischio gli allevamenti di maiali. E a questo punto, ecco i militari impegnati in battute di caccia al cinghiale o sedicente tale.
Nel caso dell’orsa del Trentino, così come in quello dei porcastri, è comunque sempre l’uomo all’origine dei guai. L’uomo che decide di ripopolare di orsi le foreste, perdendo poi di vista il potenziale di procreazione e di sopravvivenza di questi grossi plantigradi. L’uomo che per diletto libera falsi cinghiali in natura e non considera, nel volgere di qualche anno, quali potrebbero essere le conseguenze. Resta il fatto che ora ad essere abbattuti sono gli orsi in Trentino ed i porcastri in Baraggia, vittime della superficialità umana.
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Pier Giovanni Malanotte
9 Agosto 2024 at 19:15
Lo strumento meno usato ? la testa