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Biella

Dilettanti allo sbaraglio

Il dardo, la rubrica di Guido Dellarovere

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In questi giorni abbiamo dovuto assistere all’ennesimo esempio di dilettantismo amministrativo. Le cronache raccontano che a Ronco, “ob torto collo”, il sindaco ha rinviato il consiglio perché l’agguerrita Cristina Patelli ha fatto notare una serie di errori procedurali che l’hanno obbligato a capitolare.

Errare è umano perseverare è diabolico ed ecco che analoga situazione si è nuovamente verificata nella successiva seduta consigliare, dove questa volta solo un paio di punti all’ordine del giorno non hanno avuto la trattazione, sempre per vizio procedurale.

Ho voluto portare questo esempio cristallino in quanto ormai esodato e/o eretico della politica mi posso permettere di fare delle valutazioni su quello che è il livello politico amministrativo del panorama biellese, un livello mediocre e in qualche caso addirittura insoddisfacente verso gli elettori che vorrebbero avere degli amministratori capaci, rispondenti alle necessità ma soprattutto in grado di non incappare in frivoli errori amministrativi che screditano lo scranno che rappresentano.

Viene in mente il consiglio comunale degli anni 90 in quel di Biella dove sedevano figure come l’avv Squillario, l’avv. Susta, l’on, Tempia, l’avv Delmastro, l’arch. Volpe, il geom. Porta e potrei continuare ad elencare figure che hanno portato Biella a divenire Provincia e ad avere soprattutto uno sviluppo socio economico tra i più importanti d’Italia.

Ora siamo vittime di una volontà comunicativa dove le carenze amministrative si cercano di celare con la mancanza dei servizi, piuttosto che l’isolamento, situazioni sicuramente reali e tangibili che purtroppo la “nuova politica” raramente ha saputo risolvere.

Politica che ha impiegato 30 anni per partorire l’appalto per realizzare qualche decina di km di superstrada e/o autostrada la famosa pedemontana, che forse vedremo realizzata verso la fine del ventennio.

Ma senza voler esprimere un giudizio in quanto l’attento lettore già se lo sarà fatto, è doveroso invece sottolineare come tra tutte le forze politiche ormai, non ci sia più una “scuola politica” non fatta da docenti illuminati ma da chi viveva quotidianamente la vita amministrativa.

Tutti ci ricorderemo le varie compagini politiche, chi in via Piave, chi in via Mazzini, chi in p.zza Vittorio veneto almeno una sera alla settimana organizzavano i incontri con i neofiti della politica, che poi sono diventati gli amministratori che hanno cambiato Biella.

Ora tutto questo esiste in minima parte, le liste elettorali vengono addirittura compilate tenendo conto dei like on line, piuttosto che frequentando il “signorotto politico” e diventandone vassallo piuttosto che amico, non esiste più la meritocrazia, non esiste più una vera formazione politica locale, non esiste più la voglia di imparare, crescere, esiste solo più la voracità nell’accaparrarsi lo scranno, indipendentemente se a monte esiste esperienza, conoscenza e capacità.

Ecco che allora una convoca di un consiglio sbagliata, una azione irrispettosa verso la normativa che tutela le minoranze non fa più notizia, ma bensi è routine come lo è diventato portare figure nei consigli comunali con numeri di preferenze inferiori alla decina.

Il mondo politico cambia velocemente, il voto è fluido e le maggioranze raramente vengono confermate al secondo mandato, questo insegna che ciò che viene proposta all’elettore spesso è una delusione, mi auguro un inversione di rotta e senza voler passare per nostalgico vorrei rivedere i parterre di amministratori degli anni 80, forse meno social, meno selfie, meno post (in effetti non c’erano) meno foto sul giornale ma decisamente più rispondenti alle necessità del popolo.

Guido Della Rovere

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