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Gli Sbiellati

A cavallo a stu camello

È tutta qui la sintesi dell’azione politica della sezione cittadina del partito di governo

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il

dromedario

Mm’aggio affittato nu camello / Mm’aggio accattato nu turbante”. È tutta qui la sintesi dell’azione politica della sezione cittadina del partito di governo

A cavallo a stu camello

Mm’aggio affittato nu camello / Mm’aggio accattato nu turbante”. È tutta qui la sintesi dell’azione politica della sezione cittadina del partito di governo (27,9% dati Swg), impegnato a fare accorta “opposizione” al leader di un partito confinato all’opposizione col suo 3,1%.

È tutto un paradosso il portato culturale che ha spinto una decina di militanti locali ad alzarsi presto, lo scorso sabato mattina, per montare, sotto la pioggia, un gazebo di “protesta” a pochi metri dalla libreria in cui il senatore Renzi era atteso per la presentazione del suo libro fresco di stampa. Vero è che l’ex primo ministro aveva annunciato, in quella sede, anche una conferenza stampa sulla mezzanotte di fuoco a Rosazza, ma così è risultato evidente il timore che per questa ragione s’infiammasse la loro, già notevole, coda di paglia.

Il mondo è pieno di giullari di corte, quindi davvero non fatichiamo a comprendere come sia possibile che qualcuno abbia l’idea di affittare un cammello solo allo scopo di portarlo in via Italia per spernacchiare Renzi. Che il senatore se lo meriti o meno è un altro tema.

Un’idea geniale

La parte davvero divertente della faccenda è, invece, che chi ha avuto quell’idea e i suoi compari di gag abbiano pensato anche solo per un momento di avere avuto un’idea geniale, e ne siano pure convinti. Che è ciò che fa davvero ridere, perché questo tipo di gag non avrebbe fatto sorridere nemmeno al Bagaglino o, forse, avrebbe fatto ridere proprio solo lì. Coi tempi che corrono in Rai, staremo a vedere: è probabile che ci sia posto anche per qualche cammello.

Il punto è, però, che si possa davvero pensare che affittare un cammello e arrotolarsi addosso un paio di lenzuola per fare il verso all’avversario sia fare politica. Di esilarante c’è solo il quadro d’insieme: il gazebo era già montato di sabato mattina presto, sotto a una pioggia battente in una via Italia deserta. A seguire l’arrivo del cammello e dei cammellieri, sempre in una via deserta e sotto la pioggia battente. Immagino che i cammellieri abbiano anche dovuto raccoglierne le deiezioni, strada facendo. Perché, a quanto pare, ogni cammello produce circa otto chilogrammi di feci al giorno! Senza poi tener conto di quanto, con un’azione del genere, si possano solleticare pulsioni animaliste coinvolgendo il perplesso animale in questa farsa.

Cosa resterà di questa cammellata?

Politici e aspiranti tali (e quali) continuano a confondere la comunicazione con la visibilità. Cosa resterà di questa cammellata? La foto di un’assessora regionale e di un assessore comunale sotto l’ombrello, sorridenti, accanto a un cammello. E parecchia pubblicità in più al libro di Renzi. Gira che ti rigira, torniamo sempre al solito quarto d’ora di notorietà, quello che non si nega a nessuno, dal vangelo secondo Warhol. Altro che paradosso del cammello.

La deriva del Primo mondo contemporaneo è sotto agli occhi di tutti: la società dello spettacolo, teorizzata già nel secolo scorso da Guy Debord e sintetizzata con acume da Andy Warhol, è nel pieno della sua espressione quotidiana. I social e i giornali che corrono loro appresso ne sono soltanto la plastica rappresentazione, avendo contribuito a metabolizzarla e a diffonderla capillarmente. Non che il Secondo e il Terzo mondo siano esempi di virtù, resistono solo perché ancora, in parte, incontaminati, ma c’è da scommettere che si contaminerebbero volentieri. Anzi, non ne vedono l’ora.

Siamo messi male

Un generalizzato “siamo messi male” è il risultato. E noi, a occhio, siamo “messi peggio”.
Su, intoniamo tutti in coro: “Jammo, è arrivato ‘o Pazzariello / S’è travestuto ‘a Menelicche / ‘Mmesca ‘o ppepe cu ‘o ttabbacco / Ma chi sarà ‘st’ Alí Babbá. Comme si’ bello, a cavallo a ‘stu camello”.

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