Fuori provincia
Trino Vercellese: il risveglio del nucleare e la battaglia dei cittadini
Una legge ad hoc rivela la tensione tra cittadini e ambientalisti
Il dibattito sul nucleare a Trino Vercellese è una storia intricata, ricca di alti e bassi, e di recente ha preso una svolta significativa con l’introduzione di una legge ad hoc per riconsiderare il territorio nel contesto del Deposito Unico delle Scorie Nucleari. Questa mossa ha suscitato un’ondata di proteste da parte dei cittadini e degli ambientalisti, che temono le conseguenze di ospitare rifiuti radioattivi in un’area densamente popolata e vulnerabile.
Un legame storico con il nucleare
Trino Vercellese è stato storicamente legato al nucleare, con due impianti per la produzione di energia elettrica che una volta hanno dominato il paesaggio. Tuttavia, dopo il referendum del 1987, la centrale nucleare Enrico Fermi è stata chiusa, seguita dalla cessazione delle operazioni della centrale termoelettrica Galileo Ferraris nel 2009. Nonostante ciò, il territorio circostante continua a essere un punto focale per la gestione dei rifiuti radioattivi, con una presenza significativa di materiale di scarto.
La questione del deposito delle scorie nucleari
La questione del deposito delle scorie nucleari è stata a lungo al centro del dibattito locale. Inizialmente esclusa dalle considerazioni del Deposito Unico, Trino Vercellese sembrava aver perso la sua chance. Tuttavia, un recente intervento politico ha ribaltato la situazione. Il sindaco Daniele Pane, sostenitore del deposito, ha giocato un ruolo chiave nell’approvazione di una legge dedicata, comunemente nota come Legge Pane, che consente ai comuni non inclusi nelle proposte iniziali di autocandidarsi come sede del deposito.
La protesta dei cittadini
Questa mossa ha suscitato preoccupazioni diffuse tra i residenti e gli attivisti locali. La protesta è esplosa rapidamente, con il Comitato TriNO che ha lanciato una petizione per fermare il processo. I cittadini, come Giuliano Prinzivalli, esprimono il loro sdegno per quello che percepiscono come un tradimento delle promesse di proteggere l’ambiente e la sicurezza della comunità.
Implicazioni della Legge ad Tridinium
La legge ad Tridinium, come è stata ribattezzata, rappresenta una svolta significativa nel dibattito sul nucleare a Trino Vercellese. Tuttavia, le preoccupazioni rimangono vive riguardo alle implicazioni ambientali e alla sicurezza pubblica. L’idea di ospitare rifiuti radioattivi in un’area così densamente popolata solleva serie domande sulla responsabilità e sui rischi a lungo termine.
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Ardmando
14 Febbraio 2024 at 12:35
Il ritorno della VERGOGNOSA ignoranza popolare che cancellò il più avanzato sistema di centrali nucleari del Mondo, per fare un favore ad altre parti interessate ad affossare il nucleare italiano. Non c’era pericolo alcuno allora e non ce n’è adesso. DIFFIDATE dei falsi ambientalisti che poco o nulla capiscono di nucleare e di ambiente. Il comitato dell’ignoranza avrà anche lanciato una petizione, l’auspicio è quello che il buonsenso prevalga sull’ignoranza di bassa lega. PER FORTUNA le centrali nucleari stanno tornano, con i reattori SMR, Italia in prima fila anche in questo campo, dal momento che se il popolino becero ha affossato le centrali nucleari di un tempo, non ha affossato al ricerca scientifica, e in tal senso rimaniamo tra i primi e tra i migliori al Mondo.
Luigi
14 Febbraio 2024 at 13:47
A Trino già ci sono scorie nucleari stoccate, se viene riconosciuto come sito di stoccaggio, almeno percepisco una remunerazione, oggi lo fanno gratis.
ernesto trismegisto
16 Febbraio 2024 at 10:28
Mentalità locali arretrate: le scorie sono sul territorio da decenni.
Proviamo ad informarci cosa fanno in Finlandia… e prendiamone esempio.
Ora le scelte sono 2:
O aderire ad un piano e gestirle in maniera strutturata creando impresa, lavoro e indotto.
O tenersele sul groppone come fatto finora col rischio che la loro custodia venga TRASCURATA col tempo e con degrado irrecuperabile del territorio.
Solo col tempo si capirà che il Sindaco di Trino ci ha visto lungo !
Ardmando
17 Febbraio 2024 at 17:00
Il fatto è che l’Italia è già da tempo in infrazione con l’Europa per via del fatto che sbologniamo le nostre scorie radioattive all’estero. Attenzione che le scorie radioattive NON sono quelle che derivano solo dalle centrali nucleari: QUALSIASI struttura medica con un reparto o anche solo un apparato radiologico produce scorie radioattive. Ma il popolino becero oltre a non capire nulla di questi argomenti (e si ritorna al FAMIGERATO referendum di decenni fa) è anche piuttosto ignorante e disinformato (sempre da parte della facinorosa sinistra che preferisce dare soldi agli emiri arabi – Renzi uno per tutti)